giovedì 27 febbraio 2014

Non ci resta che la bellezza

La bellezza è assurta agli onori della cronaca. Rubriche di giornali e tv , grandi discorsi. La 'grande bellezza' sta rubando la scena alle nostre beneamate onorevolezze e senatorietà. Non so perché, ma tutto questo mi ricorda quei ben noti metodi usati nei cinema durante la guerra, quando passavano sullo schermo glorie e vittorie, promesse e prossime. Fumo negli occhi. Ma di quale bellezza parliamo? Perché nasce il solito dilemma tra il bello esteriore e quello interiore. Sicuramente lo sproloquio demagogico della conduttrice, attrice, volto pubblicità Lucianina Littizzetto non ha fatto alcuna presa su di me. Seduta per terra, con aria sciamanica, si è lanciata
 in un 'iperbole di assurde messe a confronto di entità contrastanti-non solo visivamente- mescolando protesi mammarie ad amputazioni o deformazioni inflitte. Pur non nutrendo una particolare simpatia per chi aggiunge o toglie in eccesso al proprio corpo, signora Littizzetto, non posso essere così benevola come lo è lei, trovando l'entusiasmo della bellezza in una deformazione fisica o in un handicap. Mi spiego meglio: esiste una differenza tra la Venere di Milo ed una donna senza braccia. Che questo non debba essere causa di discriminazioni è tutt'altro argomento. In poche parole, credo che la bellezza risieda in alcuni canoni vagamente variabili. Alternativamente, negli occhi di chi ci ama, dove non esistono sfregi, né amputazioni o handicap. Perchè l'amore trova e concepisce la bellezza. La famosa frase dell'idiota conchiude in sé una grande assoluta bellezza.
Ma non sarà quella che salverà il mondo.

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