domenica 14 dicembre 2014

' Il nuovo film di Belen: stanziati 200.000 euro ' E' di interesse culturale'

Premessa.
Non faccio parte né della corrente 'beleniana' né di quella contro.

Sono vecchia, pronta per finire in pentola per il brodo, spero assieme almeno ad un cappone, tanto per avere compagnia.

Penso che Belen sia una donna di straordinaria bellezza e che lo sarebbe ancora di più se non ammiccasse in continuazione e si vestisse come Cristo comanda.

Con tutti i soldi che guadagna sembra che compri i vestiti nei negozietti per i trans vicino a Torre del Lago.

Se si levasse i chili di trucco e le ciglia finte, smettesse di  alzare il sedere come una vespa che punge ogniqualvolta le si puntano le luci addosso, potrebbe essere tra le poche elette che sfilano in lingerie di preziosi per Victoria's Secret, piuttosto che fare la valletta nelle nostre albanesaiche trasmissioni televisive (e probabilmente non avrebbe male ai lombi) .

Hai già un bel culo, ma il detto' che parla' è da prendere come scherzo, Belen.

Oltre a questo, ho assistito ad una sua sola intervista in cui, fronteggiata dalla Bignardi, affermava che in Argentina la rivoluzione, anzi 'Rrrrivoluzione' , la fa la gente, che quando qualcosa non va si mette a battere le pentole con i mestoli sui balconi.

Questa è la frase storica di Belen : la protesta lasciata a ramaioli e tegami.
Ma, occultamento storico, anche il Che pare che abbia cominciato così.

Detto questo, leggo che per il film 'Non c'è due senza te', sarebbe piaciuto a Spencer e Hill, sono stati stanziati dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali 200.000 euro.
Il film è diretto da Massimo Cappelli, che ha già diretto ' Il giorno più bello' e 'Sei come sei', chi li ricorda alzi la mano.

Nel cast, oltre a Belen , c'è Fabio Troiano, quello della pubblicità dei caffè kimbo , ansimante poliziotto dei Ris.
Tosca D'aquino, l'attrice napoletana che ha capito che col cinepanettone si campa tutto l'anno e Dino D'Abbrescia, simpatico attore, affictionato, incinemato, riaffictionato, insomma basta che se sgrani.

La trama è questa : una coppia gay vede la propria vita travolta dall'arrivo di un bambino e della bellissima Laura.

Ora, analizziamo queste poche righe per cercare di capire dove sta la sciarada socio-culturale.

Belen e Tosca sono la coppia gay...ma allora chi sarebbe la bellissima Laura?

Oppure, Troiano e D'Abbrescia sono la coppia gay, la D'aquino è la bellissima Laura.

E Belen? E' la vicina argentina che va a vendere Clinians la clinica dela beleza porta a porta?
Non torna.

I due attori sono i gay e non è mai stato così ovvio supporre chi sia la magnifica Laura.
Come scoprire l'assassino in una puntata del tenente Colombo.

E allora,  Cittadini, Amici, Italiani, ascoltatemi: io mi permetto di dire che il cinema italiano è ammalato, né di focalizzazione profonda né di profondità di campo né di asincronismo.

Il nostro cinema è come un uomo a cui non venga somministrato altro che cibo spazzatura.

Toni Servillo, in un intervista, alla domanda ''Che cosa pensa del cinema italiano di adesso?'', ha abilmente glissato, dicendo che non dobbiamo dimenticarci del grande passato, dei neorealisti, di Fellini, Visconti, Scola, Monicelli,Germi ed ha timidamente difeso due suoi lavori, Gomorra e Il divo, premiati entrambi a Cannes.

Adesso io non so come sarà questo film, ma sono sicura che lo andranno a vedere in tanti.

Quello che è allarmante che in molti lo andranno a vedere come fanno con gli orrori di Salemme e dei Vanzina, ma altrettanti lo faranno per poter dire, parlare, sparlare, divorare, dilaniare Belen e la sua incapacità.

Pare che la storia di prendere a mestolate il tegame funzioni allora, per chi batte e per chi sente.

Cara Belen, brava, hai trovato la formula magica perché questo popolo di scopofili ti guardi sia che ti ami sia che ti detesti.

E caro Franceschini, bravo, tu con la tua aria infelice - saresti un perfetto beccamorto-  stai perfettamente riuscendo a trasformare l'emisfero culturale italiano in una zona morta.

Detto questo, nel film, credo che il vero interesse culturale non sarà nella coppia gay, nell'integrazione con la donna e il bambino e nel superamento di problematiche aggiuntive.

Sono sicura che a sto giro il culo di Belen parlerà.


sabato 13 dicembre 2014

'La cozza? Non è sempre buona'


Tempo fa, durante un viaggio in Africa, un amico mi portò su una magnifica spiaggia, completamente deserta.

Ad un'estremità dell'ansa di sabbia, con la bassa marea, affiora una scogliera completamente ricoperta di cozze.

Tutte lì, grandi, bellissime, lucide...basta avere un coltellino oppure dimestichezza con mani e dita per staccarle come grappoli d'uva..

Dopo due ore di man bassa,  di corteggiamento serrato coi piedi massacrati dagli scogli,  la spiaggia inizia a popolarsi ( anche lì la raccolta di mitili è vietata, almeno, ne è concessa una minima quantità che noi avevamo selvaggiamente superato ), siamo tornati a casa.

La prima mandata sul fuoco sarebbe stata la mia, all'italiana, un 'impepata alla mia maniera, di cui non svelo la ricetta.

Perché con erbette, creme, vini troppo forti, pomodoro, si rischia di far finire la cozza nel troiaio, nel casino,e lei, regina mollusca, non se lo merita.

Ho eseguito la ricetta al dettaglio, usando olio, pepe vino e limoni che di meglio non avrei potuto avere.

Ma già durante la breve schiusura, l'odore era differente.
Perché la cozza ha un odore acustico, mangiabile; mentre si schiude sembra di stare a cavalcioni di un onda che si spezza  e poi ci risucchia in una violenta risacca.

Niente, un povero aroma, mentre le valve iniziavano ad aprirsi e a mostrare la carnosità all'interno.

Intanto, avevo disposto nel letto di portata alcune fette di pane ben tostato.

Dopo aver disposto le cozze nel loro giaciglio, dopo averle bagnate con gli umori da loro rilasciati e da quelli miscelati di vino e pepe, ho servito la impepata.

Non che fosse cattiva, era gustosa, saporita, ma le grandi mollusche aperte, alcune rosse, altre più chiare, sfrontatamente belle come un frutto proibito, sapevano di poco, almeno non sapevano delle carezze delle onde e della profondità del mare.

Quel che è certo, è che di tutta l'avventura 'cozzesca', il momento più deludente è stato quello del pasto, mentre era stato molto eccitante vederle  emergere e svellerle dalla loro convinta dimora.

Tempo fa ho scoperto che le cozze hanno un sesso: quelle più rosse sono femmine; quelle più pallide sono maschi.
Probabilmente avevo incontrato una delle prime comunità trasgender.

venerdì 12 dicembre 2014

'Quant'è bella giovinezza'; chi la incalza,tuttavia..



Siamo ammalati di tempo dalla nascita, ma fino ad un certo momento della nostra vita non ci prestiamo troppa attenzione.

Poi , d'un tratto, vediamo quella che consideriamo una coetanea darci del 'lei' o chiamarci 'signora'.

Iniziamo a specchiarci nel viso degli amici prima di affrontare il terribile responso dello specchio servo delle nostre brame.

Eppure non ci sembra cambiato nulla. Sì, qualche rughetta sulla fronte, qualche evanescente segno del tempo, forse nella piega delle labbra.

Lo specchio è dormiente , si è rincoglionito?
Oppure il nostro occhio non riesce a cogliere questo passo lento ma inarrestabile che ci trasforma.

Prendete una foto, no, non quella con i ciripà e nemmeno quella dell'ultimo anno di liceo.
Cercatene una di dieci anni fa.

Allora, vedete che lo specchio è vostro servo e vi dice quello che volete sentirvi dire?

Siamo- eh sì, ci sono pure io- gli stessi, ma quello che vediamo adesso nello specchio è la copia della foto, inspiegabilmente indurita: questa cortina che si è diffusa su di noi è il tempo.

Allora, cerchiamo di non combattere contro un nemico invincibile ma di rendercelo alleato, blandendolo con trucchetti da cortigiani.

Un aspetto migliore non necessariamente significa  sembrare più giovani.

Dimostrare i propri anni non è un male.

Soprattutto è indispensabile non finire nella ragnatela dei ritocchi compulsivi, della chirurgia estetica, fino agli estremi in cui si verifica un cambiamento di connotati.

Sopracciglia mefistofeliche, che solo Jack Nicholson può permettersi; labbra afroamericane; nasi che sembrano bottoncini arricciati; capigliature posticce, così morte da non muoversi neanche durante una tempesta di vento.

E il seno, la parte più morbida e femmina del nostro corpo, trasformato in gorgiera alla Caterina De' Medici, rigida e temibile.

Infine, non voglio pensare a chi si sottopone a quell'interventuccio che può essere considerato una forma di infibulazione all'occidentale.

E  se qualcosa andasse storto e venisse leso un mininervetto che ci aiuta ad ottenere quello di cui il maschio musulmano vuole privare la donna per rafforzare le cuciture della religione?

Che utilità avrebbe una guaina che non ha alcuna spada da sfoderare? O forse preferiamo sentirci dire che Lei pare quella di una ventenne anche se è lobotomizzata, imbambolata, addormentata come la bella Aurora??

Armonia, cerchiamo questa meravigliosa dea che sarà la nostra alleata nelle scaramucce col tempo.

A quarant' anni non possiamo vestirci come sedicenni, saremmo ridicole, come allo stesso modo, risulta goffa e grottesca una splendida sedicenne affogata in una mise da signora.

Armonia, che ci porti a sorridere, che ci faccia dimenticare le rughe, i capelli bianchi, la pancetta che non c'era e che sta iniziando ad arrotolarsi ai fianchi.

Armonia, la scelta degli amici che ci facciano star bene, che ci regalino una compagnia confortevole come un bel bicchiere di vino rosso.

E  chi invece si metterà a fare l'auriga contro il cronologico nemico, beh, potrà decidere se diventare come la mummia di Marilyn, di Angelina, di un gattone persiano o di Shirley Temple con riccioli d'oro posticci, una tetta a rischio deflagrazione e una vagina perfetta ma muta come una certosina incazzata in contemplazione fallica.

Ammaestriamo il nostro corpo, non facciamolo cedere all'artifizio del sempiterno.

A meno che non sia nostro desiderio essere pre-tassodermizzati per la sepoltura.












mercoledì 29 ottobre 2014

' Il grande Travaglio'



In merito all'articolo di Lucarelli su Travaglio.

Scrivere sempre dei 'monoloqui' il cui fine è provare la propria ragione ed infallibilità, servendosi di un ragù ironico tra il Bignardo, il Volo, il Littizzettiano, in un puro stile Vanity Fair. Signora Lucarelli, Travaglio la può sodomizzare, almeno verbalmente.

Fisicamente, non so.
Forse l'opinionista di Santoro - così lo chiama lei, usando un termine che giustamente le appartiene ormai come una macchia solare - ha gusti radicalmente più raffinati.

venerdì 24 ottobre 2014

' Gli Italiani hanno fame? Dategli un pallone!'




La frase dei croissants è stata  attribuita a Marie Antoinette.
Falso storico, utilizzato dai detrattori della regina troppo giovane ed inconsapevole per realizzare quanto si stesse annidando contro Versailles e i suoi inquilini.

Si tratta di un 'pis-aller' antecedente (1741) citato da Rousseau ed è impossibile attribuirlo alla D'Asburgo,  in quanto all'epoca della citazione riportata nelle 'Confessioni' non era ancora nata...
Ma che ci importa della rivoluzione francese?

Pensiamo agli europei Francia 2016.
In Brasile è occorso qualche piccolo incidente di percorso : Buffon aveva nascosto tra le mollette e la fascia un auricolare con cui seguiva alla lettera i consigli della D'amico e  quando si presentava qualche inconveniente con la linea telefonica, restava lì, fermo impalato,  tutti pensavano che urlasse: 'Sotto raga, dagli all'avversaria!!' mentre in realtà diceva ' Mi senti, mi senti Ilaria? '.

Balotelli  poi, povera stella, non ha trovato il tacchino selvaggio del New Mexico e i pettorali sono calati di almeno tre millimetri, il barbiere di Rio ha fatto un disastro e Prandelli non voleva che mettesse la cachaça nei sali durante l'intervallo.
E  tutti gli altri sono andati in un ospedale spirituale dove una certo Pantaleon e le sue intrattenitrici  li hanno  macumbizzati.
Acqua passata, sono sopravvissuti.
Ora Francia 2016.
Ma prima degli europei, ci sono due campionati, due lunghe stagioni di calcio, calcio mercato, caso Juve - Roma, caso Rocchi, caso Totti, replica Twitter della signora Agnelli e soprattutto il misterioso caso El Sharaawy: forse è in contatto con l'Isis?
Cosa nasconde nella nuova cresta l'attaccante del Milan? E perché è il solo a mettere in frigo la testa nella pubblicità della crema da barba  come Paul dei Beatles, unico scalzo in Abbey Road) ? Forse è un subliminale suggerimento al decapitatore rapper?

Insomma, quando si tratta di calcio tutto si ferma, tutto tace, tutto è rassicurante come la Simmenthal portata dalla mamma a Montolivo.

E forse aveva ragione la famosa nobildonna citata da Rousseau, o l'altra, di cui si narra dicessse  'Se al popolo manca pane che mangi il fieno', non stiamo a disambiguare un aneddoto inghiottito dalla storia.

Certo è che con un bel pallone di cuoio, in quattro ci dovrebbero mangiare, forse resta anche una costina per il vecchio Fido affamato.
Fritto, ovviamente, perché come si dice al Forte: ' fritta è bona anco una palla di mare'.
E anche l'aria, per chi la vuol mangiare.


sabato 18 ottobre 2014

' Inverno Arabo '


Non ancora, per il momento.
Dopo il diritto al voto che dovrebbe essere applicato nel 2015.

Ma se una donna araba  possiede già queste due cose, il suo velo e la sua tomba, oltre al Corano, chi glielo fa fare di volere un'auto?

E il bollo, l'assicurazione, il tagliando, la revisione, la pressione delle gomme.... che noia.
I  Sauditi, nel rispettare alla lettera la dottrina wahabita, non stanno altro che facendo loro un gran favore.

lunedì 13 ottobre 2014

' Quando Johnny era con-turbante'


Non so in quante siano state colte dalla 'JDAS'( Johnny Depp Acute Syndrome) negli anni novanta, ma io qui lo confesso : sono stata una Johnnydipendente, Johnnylizzata fino al midollo per alcuni anni e da tempo uscita dal tunnel.

I primi sintomi comparvero dopo la visione casuale di questi tre film: ''Arizona Dream', 'What's eating Gilbert Grape' e ' Benny and June' .

Nel primo film, diretto da Kusturica, Johnny rifiuta l'aiuto dello zio, Jerry Lewis in giacca melanzana, per sistemarsi in una casa fatiscente e lussuosa, dividendosi tra Faye Dunaway e Lili Taylor, madre e figlia.

Nel secondo sopporta il peso di un'adorabile madre iperfagica ed obesa, che passa la vita tra il letto e il divano suicidandosi lentamente con dosi pantagrueliche di cibo spazzatura; si prende cura del fratello con una grave forma di ritardo cognitivo e mantiene la famiglia facendo il commesso.

Nel terzo, Johnny è uno strambo e strampalato soggetto, in fissa con  Buster Keaton e la sua mimica che viene 'vinto' da Benny durante una partita a pocker.( Imparerete che il purè si può fare con una racchetta da tennis e che i sandwich al formaggio se pressati col ferro da stiro, ad una temperatura  non troppo alta, ottima quella per la lana, sono squisiti.)

Tutti da vedere, perché Johnny non è soltanto un incantatore, ma è davvero bravo e i tre film sono interessanti e decisamente fuori dal comune.


Ma non fateli vedere alle figlie dai 15 ai 30, perché quel Johnny purtroppo non esiste più.

E  se si ammalassero i JDAS sarebbe un problema.

Perché quando la sindrome arriva nella sua fase più acuta ( per me è accaduto con Don Juan Demarco ) si cerca spasmodicamente un 'johnnydepp' in ogni uomo.

Il fidanzato, il marito, un nuovo appuntamento iniziano ad apparirci come perdenti, condensati di sfiga,  solo perché non sono Johnny.

Avviene una regressione emotiva all'infanzia, quando in molte eravamo turbate dagli amori di Candy, chi per Terence (io, ho sempre prediletto i disgraziati) o Anthony, non so a quale corrente 'Candyana' siate appartenute.

Ma dopo 'From Hell', qualcosa è cambiato.

Forse, per calarsi meglio nella parte, tra assenzio ed oppio ha iniziato ad avere un rapporto più conflittuale con lo specchio, non so se esista la sindrome dello 'specchio servo delle mie brame', ma qualcosa è avvenuto.

O forse l'abuso  di  trucco e  travestimenti possono aver provocato un processo di trasformazione fisica inarrestabile  e psicologicamente insopprimibile e Johnny si è lentamente trasformato in un mélange di  Wonka-Sparrow,  carnato color melanzana, occhi bistrati, occhiale Mort Rainey fissato ai padiglioni auricolari, meches o tintura evidente.

Per non parlare dell'abbigliamento.
Da un  Wino da marciapiede, a Joni Mitchell  con barba e pizzetto; da Borsalino che ha scelto il cappello sbagliato a becchino in smoking.
Ah, Johnny, ma che  è successo?
Che ne è stato del tenero zingaro di Chocolat,  di quello che sapeva dare e togliere per fare impazzire una donna?
Anche tu credi, allora, che un uomo di cinquant'anni sia più bello senza rughe e senza capelli bianchi?
Che cosa c'è ormai sotto quella patina di fondo tinta e dietro a quegli occhi marcati dall'eye liner?

E' trucco semipermanente o il tuo truccatore ti segue tra la folla come quella nera signora?

Non sei tu che consideravi tuo mentore Marlon Brando, uno degli uomini più belli del cinema, che se ne strafotteva della bellezza, del peso e della vecchiaia, ma che si muoveva come una piuma trascinando Faye Dunaway nella scena finale di Don Juan Demarco?

Ti stai disintegrando,  tra stranezze gotiche fuori tempo, pessimi film, una fidanzata bellissima ma volgare che forse ti fa tornare ad avere trent'anni come se fossi in un simulatore; ma la realtà è che tu ne hai cinquanta e ti sei incagliato.

Non è facile essere Redford, Newman, Mcqueen o De Niro, si capisce.
Il fascino senza tempo appartiene a pochi, tu non sei tra quelli, forse.
E poco importa se un tempo eri conturbante.
Ora hai solo cappelli diversi. E sotto c'è un uomo che non sa invecchiare.
Che dire, sono guarita.
(Johnny get angry, Johnny get back (K.D. Lang), lo speriamo in tante, comunque.)








mercoledì 8 ottobre 2014

Oh, please, stand by me, Stefania!'


2014.
La crisi mondiale o world crisis o WC sta sollecitando le forze di rottura, le genti si stanno deformando sotto questo carico, la speranza non è morta ma procede col fiatone.

L'Isis, confraternita dal nome esotico che si nutre di morte, ha inaugurato l'ultima guerra mondiale, anche se per il momento in molti, non sembrano essersene accorti.

In Ucraina  si accende e si spegne il fuoco  e la  fragilità di un'intesa infittisce la lista delle vittime.

L'Afghanistan, il Pakistan sono delle presunte nazioni aperte dove si continua ad uccidere, rapire, bombardare.


Ebola non è più un virus relegato nel continente nero nè incapsulato in vitro, ma si sta diffondendo (e pare che arrivi la sars dei cammelli, tanto per stare allegri).

Nel medioevo più tetro dell'era contemporanea, non poteva mancare l'affannoso tentativo di riscatto della chiesa, il papa sembra un orsetto lavatore, mentre il resto del concilio incuffiato pare una schiera di scoiattoli obesi che non vede l'ora di sedersi a tavola per sgranare.

Barconi di disperati che si autodeportano per barattare morte certa con una breccia di speranza.
Usa, Inghilterra, Australia, tutto l'Occidente in stato di allerta terrorismo.

Le mattanze familiari di prassi, politici con avvisi di garanzia che continuano a percepire stipendio e diaria, ma, ancor più grave, a tenere ben salde le loro mani alle corde del potere.

Questa è una sintesi della situazione.

Ora è ovvio che nessuno pretende che tutta l'orbe si affliga e si flagelli, rinunci ai piaceri, alle amicizie, all'amore.

Ma ci meritiamo forse una senatrice italiana ospite di un rotocalco televisivo che gioisce come un'adolescente alla prima di 'Violetta' mentre ci presenta il suo toy boy?

La signora si chiama Stefania Pezzopane, classe 1960, Aquilana, senatrice PD, ergo stipendio di tutto rispetto, anche se non ha preso casa a Roma e fa la pendolare, povera disgraziata.

Simone Coccia Colaiuta reduce di 'Uomini e Donne', 61 tatuaggi, professione spogliarellista, 30 anni, è il toy boy, anzi chiamiamolo fidanzato, ganzo, fottitore, come avrebbe detto il Divino Marchese: smettiamola di edulcorare i termini esterofilizzandoli, rendiamo il concetto così com'è nella nostra lingua.

La storia d'amore nasce in un caffè de L'Aquila.

La Pezzopane, infatti, senatrice PD  è ex Assessore alle Politiche sociali e culturali  del Comune, ancora fragile come il femore di un vecchio, nonostante le promesse, le visite, i sopralluoghi, i fondi stanziati.
Così Coccia Colaiuta e Pezzopane raccontano in TV, in fascia protetta, duettando come tortorelle, il loro incontro: lui le si avvicina, le offre un caffè e da quel momento le loro anime si dischiudono verso una tenera e disinteressata amicizia.

Ricordano i loro primi appuntamenti, mentre in video scorrono le immagini degli autoscatti a testimoniare la tenerezza di quel sentimento totalmente scevro di carnalità.
Pare che stiano insieme da tre mesi e che il primo bacio sia scattato dopo ''un bel po'''nella di lei dimora.

Lui che la chiama 'Pesciolina', ha già abboccato in Senato dove l'attende a canna tesa per un caffè e qualche tenerezza, magari un tiramisù per merenda.
Una foto in particolare mi afferra: teneramente vicini, mostrano un cartoncino con scritto 'Audaces fortuna adiuvat'.
Audaci lo siete, chi sia il più fortunato dei due lo dirà il tempo; nel frattempo godete o lavorate duro di anca...

Ed ecco il nostro Senato, ecco la paladina de L'Aquila, ecco chi ci governa, ecco chi lavora per noi.

Ecco perché a breve il signor tronista avrà le strade aperte, ecco perchè la classe politica italiana ormai tutto azzarda e tutto si concede.
Non ho altre parole.
Ma lascio continuare la stessa Senatrice, molto attiva su fb, riportando questa conversazione on line avvenuta nel dicembre del 2012:

2 Dicembre 2012
Dalla pagina FB dell 'attuale Senatrice Stefania Pezzopane:
''BERSANI. Ha vintooooooo. Abbiamo vintooooo. Ora cambiamo il paese''-
Qualcuno replica, sarebbe stato preferibile che vincesse Renzi.
Al che Pezzopane risponde:

  '' Stefania Pezzopane Renzi ha una bella faccia e grazie al centro sinistra ha già fatto il pres provincia di Firenze, poi il sindaco al secondo mandato, farà altre cose, se la gente non lo ha votato ci sarà un motivo. Evidentemente non era convincente.''
Nella stessa notte, pochi minuti dopo, uno sfiduciato rispose:
 '' Stefano Amici cara Stefania forse cambierà qualche cosa a lei ma a me che guadagno 800 euro al mese a 32 anni non cambierà sicuramente,volete fare un cambiamento mettetevi tutti voi politici lo stipendio a 800 euro e poi ne riparliamo se riuscite ad arrivare a fine mese,se volete tanto cambiare fateci guadagnare come voi allora si che si potrà parlare di cambiamento,ma l'italia non cambierà mai,saluti''

E la replica dell'allora assessore è la seguente:
'' Stefania Pezzopane Lo stipendio di un Ass. Del comune dell'Aquila e' di millecinquecento € ,sono d'accordo, parlamentari e Ass. È cos reg prendono indennità esagerate. Nel comune dell'Aquila le indennità sono molto basse.''


Concludo: l'immagine della copertina di Pezzopane ad oggi, 8 ottobre 2014, la mostra affettuosamente china verso l'attuale presidente del consiglio.
Propongo di dare una scorsa alla pagina oppure di comprare un biglietto aereo di sola andata e tuffarsi nella foresta amazzonica, dove ancora esiste chi non ha contatti con l'uomo o al massimo gli si avvicina con un casco di banane, glielo lancia e fugge via, rivolgendosi a l'intruso nel suo idioma intraducibile.
Non vi dico quale sarebbe il mio commiato da questa senatrice.

mercoledì 24 settembre 2014

'Quella rissosa, irascibile, deliziosa Princi'




La prima volta che feci vidi la Princi, stavo lottando con la disposizione di tavoli e la lista delle prenotazioni in un affollatissima tarda mattinata di Giugno.
(Allora gestivo il ristorante dei Bagni Giovanni a Forte dei Marmi).

Bene, arriva questa alta bionda, con l'aria di chi si è scivolata da poco dal letto, si presenta, voce marlboro,  mi prenota un tavolo per una fiumana di persone, cosa inconsueta vista la capacità del patio e la piena a rovescio dei primi week end.

In poco tempo,  il cuore  formale e forse un po' annoiato della vita della spiaggia,  dopo l'arrivo della Patti e del suo mutevole e cangiante seguito viene  risvegliato come al  ritmo di un tamburo primordiale.

Ecco le tavolate di un tempo, quelle che si siedono per godersi il sapore del mare nei piatti, che non hanno fretta di tornare a lucertolarizzarsi sotto le tende, quelle in cui il vino porta allegria, conversazione e risate, senza mai arrecare disturbo agli altri, ecco stringersi nuove amicizie, mangiamo tutti insieme!

I miei ragazzi, apprendisti un po' timidi, avevano soprannominato il tavolo D'Asburgo ' tavolo imperiale' e se lo litigavano perché non vivevano la pressione della formalità stanziata abitualmente tra cliente e dipendente.

Finchè giunse Ettore furioso e fu lui ad orchestrarlo sempre.
Lo ricordiamo con immenso affetto, io e te, cara Patti.

Il seguito è facile, tra una chiacchiera e l'altra, mi ritrovo anch'io nella brigata notturna di via Leonardo Da Vinci, dove tutto si svolge esattamente come in spiaggia, con la differenza  che la padrona di casa è la Princi,  gli ospiti sono una folla, ci sono musica e balli, tanti mattatori, tra cui mi piace ricordare gli onnipresenti opposti : Mauro, il grande seduttore, e Lori, appena uscito dalla Cage aux Folles.

Quelle erano feste,  il risveglio di una Forte dei Marmi notturna, come accadeva un tempo, quella era  la cortesia, la grande arte dell'ospitalità, che mi ha fatto più volte ricordare i tempi in cui mio nonno e mio zio scendevano già mezzi avvinazzati dalle cave, portandosi dietro una decina di scultori, tutti ricevuti senza preavviso alcuno da mia nonna, che sorrideva digrignando i denti.

Dalla Patti succedeva questo, in un 'atmosfera completamente priva di forma ed etichetta fasulla, quella in cui ci si annoia a morte col le medesime frasi fatte e si finge di essere chi non si è realmente.

Tant'è che la cara Princi ha buon naso e capisce presto chi è l'originale e chi il tarocco, nonostante il supermega Daytona al polso o l'aria da world Citizen, e costoro con garbo, professional scroungers or troublemakers, sono allontanati, come se non fossero mai esistiti.

Sì, perché Patrizia è una donna generosa e di cuore, ma come la vedete così è, acuta, diretta, una che non ha bisogno di una corte di adoratori, perché le piace divertirsi, perché il suo è un matrimonio felice, perché non farà  come molte, divorate dall'invidia, disperate arrampicatrici, destinate a finire sole, depresse, grasse ed alcolizzate con un gruppo di amiche esattamente simile a loro.
Perché non teme le donne belle, intelligenti e colte, ma sodalizza con loro.
In lei c'è la joie de vivre, l'ironia e la tolleranza, il rispetto verso gli altri e la profondità.

Chi la vede alterarsi nei salotti in TV, non vede una recita, anzi credo che ghermisca la poltrona e si trattenga perché non gli si strappino i vestiti come ad Hulk.

Purtroppo, come molti che hanno una vita piena e felice, la cara Patti deve pagarne lo scotto assurdo.

Fa risvegliare in molti il peggiore dei peccati setti capitali, l'invidia, quella stizza irrefrenabile che tenta di indossare la moda, per nascondere la realtà della verde epidermide.
Quello che mi chiedo è perché una donna che per consuetudine apre le porte di casa, è generosa nei rapporti personali come in quelli del web, non mostra nessun sciovinismo di se stessa, venga così attaccata e pungolata.
Ma questa è la vita, come diceva Molière 'La grande ambizione delle donne è suscitare l'amore', tu hai trovato quello e una grande armonia, e a molti il famigerato pomo è rimasto di traverso ( per questo molte donne si mettono sempre sciarpe o cachecol, oltre a ricorrere a trucchi camouflage ).

Abbiamo litigato, io e te Patti.
Ma non è stato un litigio qualunque, siamo state un po' come D'Hubert e Feraud, Harvey Keitel e Keith Carradine sullo schermo; sempre per citare Conrad ed un altro suo bellissimo racconto, nel mentre del nostro litigio eravamo 'compagne segrete' l'una dell'altra, chiedendo notizie, informazioni, aggiornandoci di come ci andavano le cose, senza cercarci.

Bello esserci ritrovate, pronte di nuovo a duellare verbalmente, ma sederci allo stesso tavolo con un bel bicchiere di vino in mano, come ai vecchi tempi.

mercoledì 17 settembre 2014

' LINGUE AL VENTO '



Indimenticabile bacio tra George Peppard e Audrey con Gatto stretto in mezzo, nel vicolo appartato e nel cunicolo della loro intimità.
Il bacio, l'uomo che cede alla passione per consacrare un attimo speciale, un frangente in cui l'anima è rapita e non si cura dell'apparenza, non si cura del mondo.

Un tempo era così.

Oggi, invece, pare che il bacio sia diventato un nuovo modo di interloquire tra gli umani.
Non si parla, ci si avvinghia e si slinguazza.
Anzi, temo che di questo passo la stretta di mano verrà sostituita con un bel giro di lingua, poi arrivederci a grazie.

Questa è stata l'estate  della pioggia, del tempo pazzo, delle 'Visioni Simultanee' di Matteo Renzi, della défaite di Cesare Prandelli e della sua nazionale (tutti slinguazzatori professionisti, i nostri azzurri).

Ed è stata un 'estate di lingue: lingue al mare, in mare, fra le onde, sul lettino, in barca, al ristorante, mangiando, bevendo, fumando, guidando, parlando.

Si dice che Dio ci abbia cacciato in gola la lingua perché l'uomo era  l'unico essere del creato a non emettere alcun suono e Fiat!.

Certo che da quanto abbiamo visto sui giornali, il muscolo papillare sembra destinato ad un declino nell'ambito del dialogo per tornare, forse, ad adempiere a funzioni più primitive, come l'auto-lavaggio o  la pulizia del partner mediante lambimento.

Il bacio è stato cantato, dipinto, descritto ed è un frangente di massima intimità tra due persone, è un momento fisiologico, integrale.

 Invece, tutte queste bocche aperte, queste lingue serpentine intrecciate in nodi draconici fra adulti che sembrano avere scoperto per la prima volta l'ebbrezza nebulosa dell'osculo.
C'è davvero da interrogarsi se sia tutta una strategia, se una bella pomiciata a bocca aperta faccia schizzare il termometro della popolarità.

Perché anche Catullo, che con Lesbia si dava da fare, una volta doppiati i mille, suggerisce di nascondersi, affinchè gli altri non ne sappiano troppo, non si sa mai, le malelingue...

Il bacio, questa meravigliosa ed unica esclusiva dell'uomo, svenduto come vecchio mobilio.
Non per me e spero non per molti altri, che ancora si nascondono, si coprono, si rubano questo momento via dalla pazza folla.






lunedì 1 settembre 2014

What Else?

George Clooney sposo.
Un lutto globale scenderà sulle  fan del  'mag-nifico'  signore del Nespresso.
L'unica a non curarsene è quella che grida 'George Clooney is inside!!!' e si gode il suo caffè in pace: ha sgamato ,il dottore di ER.
Ha avvistato due paparazzi nascosti su un tetto con gli obiettivi puntati sulla terrazza del Penthouse, pronti allo shooting tipo Lee Hoswald, dopo che George  è stato paparazzato per l'ennesima volta   con l'amico del cuore e per scagionarsi preferisce fare la fine di Sebastian di Tennessee Williams che rischiare di perdere la già caduca identità machista.
Clooney è veramente un furbo, va riconosciuto : non smentisce la sua omosessualità perché sentirsi in dovere di farlo sarebbe un 'offesa per la comunità omosessuale.
Dire politically correct è restrittivo.
Che Clooney sia gay o meno, non ha molta importanza.
E' un attore, quello che fa-  recitare - è un mestiere in cui riesce particolarmente bene: bella voce, è versatile e soprattutto irresistibilmente comico.
Come  Cary Grant, che nonostante matrimoni e figli, ha da sempre avuto accanto Randolph Scott.
Se facciamo un passo indietro, la professione dell'attore è stata retaggio esclusivamente maschile per secoli
Al tempo  dei grandi tragici e commediografi greci e latini, tutti i ruoli nelle rappresentazioni teatrali erano riservati per legge agli uomini.
Ecco , pensate che nell'incatevole e magico scenario di Epidauro, in quell'anfiteatro posto al termine del  un cammino in un bosco, sul proscenio, tra le fiaccole tremanti, Lisistrata, la prima scioperista del sesso annoverata storicamente era in realtà un '' πέος '' con la tunica di scena e così le sue compagne astenentesi dai doveri coniugali e scioglitrici di eserciti, perchè allora funzionava ancora il famoso detto, o almeno così viene storicamente riportato.

Andando oltre, pensiamo a Titania, a Giulietta, a Gertrude, e a tutte le altre grandi eroine teatrali del bardo : tutte munite del tintinnabulum dedito ad accoppiamento e minzione.
Il pubblico si lasciava forse fuorviare da quei corpi mascherati, troppo nernboruti , dalle voci da pomo d'Adamo?
Se così fosse stato, oggi non esisterebbero né teatro né cinema: non esisterebbe la recitazione.
Le donne iniziano a recitare alla fine del seicento, prima potevano solo far parte di corpi complementari alla pièce, come il coro.
Così  gli uomini hanno dismesso i panni di Giulietta per cederli a chi  poteva esserlo  in realtà.

Poi il magico avvento del cinema, che ci ha regalato i baci corrosivi Douglas Fairbanks e soprattutto  di Rudy Valentino: anche il grande Rudy è un virgolettato, nonostante l'harem di mogli e amanti. Quel che è certo è che il suo funerale è in assoluto il più affollato ed isterico della storia del cinema.
Ma esiste un pregiudizio per cui se un uomo è gay con il cinema ha chiuso.
Esempi? Rupert Everett
Unico ad essersi dichiarato gay all'apice della carriera.
Altri  lo stanno facendo adesso, ma sono attori minori:forse la dichiarazione gioca più pro che contro,
così come accade con lesbismo o ancora meglio il bisessualismo, che è una vera marcia in più ; da qui si capisce quanto sia ancora pregiudizioso il mondo della celluloide e che gli USA non si sono mai scrollati di dosso un certo maccartismo censuratore.
La storia di Rupert è emblematica.
Dopo la dichiarazione, solo qualche parte neutra o quelle che giustamente merita di recitare: l' omosessuale.
Ma qualcuno se lo ricorda, giovane e bellissimo, intrecciato negli amplessi con Miranda Richardson ?
Già si mormorava, eppure vedendo  quel film nessuna donna credo si sia chiesta quali fossero  le effettive preferenze sessuali del debosciato Blakely.

Tornando a George a questo turno ha fatto un bello score nell'eligere la prescelta.
Avvocatessa famosa, bella, raffinata, ricca, libanese naturalizzata british: what else?
Mi avrebbe sorpreso se George la volpe avesse convolato con una come la nostra Canalis, bella come il sole, non solo poco capace ma dedita a vizi notoriamente poco consoni ad un uomo perbene - che al massimo si concede una bevuta oltre al Nespresso-.
Almeno, in pubblico.
E se una sera in preda  ad ebbrezza  la Canalis avesse dichiarato che George ama i négligées , 'Querelle de Brest' e che a Villa Oleandra si ascoltano solo Streisand, Gaynor e Mina? Altro che let's go outside, George non poteva rischiare.
Così traccheggia per qualche anno finchè non arriva questa principessa del foro, valutata, ratificata ed approvata dalla mamma Clooney.
Se è vero il detto che dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna, forse qui ne avremo un paio.
Tornando alla professione del Clooney mondiale,se ipoteticamente avesse fatto un coming out lo avreste trovato ridicolo nelle scene di amore o di sesso?
E ancora, avete notato che scene di sesso, di quelle che al cinema accendono il chiacchiericcio, i movimenti sulle poltroncine e un tossicchiare indifferente, Clooney non ne ha mai fatte?
E proseguo : non ha mai avuto un ruolo omosessuale
In molti supermachi ne hanno avuti, da Xavier Bardem e Johnny Depp in 'Before night falls' ( di Schnabel, da vedere), a Matt Damon nel ruolo del poliedrico Ripley, al bellissimo Heath Ledger,  Gylleenhall ,per citarne alcuni senza fare una lista della spesa nè indulgere in reminiscenze almodovariane  o citare Jared Leto e James Franco che con quelle facce possono fare quello che vogliono.
Quindi Clooney uomo d'azione, uomo drammatico, impegnato,seduttore grazioso, ladro affascinante e perfino rapinatore brutale in fuga in Messico sedotto dalla danza rettile di Salma Hayek.
Ma un ruolo delicato, sospettoso,  mai.
Caro George, sei proprio bravo, anche come sceneggiatore e regista, hai veramente i numeri.
Che male ci sarebbe a dichiararsi effettivamente per quello che si è- sempre che tu lo sia, beneficio del dubbio.
In tutto questo, spunta il sospetto che Clooney, sempre in prima linea per le buone cause, non voglia finire i suoi giorni a sfiancarsi tra un set e un camper o che opti per qualche serial regredendo ai tempi di ER.
Forse si dedicherà a sceneggiare e a dirigere, chi può dirlo.

Oppure, il  suo obiettivo potrebbe essere un altro, quello per cui assolutamente dovrà avere al suo fianco una grande donna, oltre alla mamma, una donna che non poteva avere a suo tempo Harvey Milk.
La politica è il grande mare del potere.
Le stelle a strisce sono un richiamo irresistibile: scommettiamo?





sabato 30 agosto 2014

' FEISBUKICENT'







C'era una volta un bellissimo posto chiamato FB.

Lì, con pochi tocchi di dita, digitando un nome, ti ricongiungevi con l'amico lontano.

Mettevano radici i teneri virgulti di amicizie appena sbocciate, restavi connesso gratuitamente con gli amici più cari per condividere musica, scherzi e curiosità della rete.

Nel frattempo si abbattevano le riserve verso l'estraneo, a cui aprivi la porta con il sorriso di benvenuto  per l' ospite sconosciuto ma gradito.

Tutto questo accadeva quando decisi di affidare con molte riserve il mio nome alla rete e per i primi tempi è stato divertente.

Lo sarebbe anche oggi, se non esistessero soggetti che hanno trasformato il gioco in una guerriglia, lo scambio di opinioni in attacchi e rappresaglie, in intrattenimento denigratorio.

Si sono create, via via, delle vere e proprie corporazioni, come furono un tempo quelle della lana e della seta, dei vinattieri e dei tintori.

Però queste sono molto più simili a congreghe di fattucchiere di campagna, quelle che usavano strofinare l'erzgot nelle parti intime ed ottenere dall'allucinogeno stillato nei recessi l'allucinazione del volo.

Chi vuol cogliere l'allegoria la colga.

Questi soggetti, maschili, femminili, neutri si contraddistinguono principalmente per due

interazioni: la quantità enorme di contatti da loro stessa ricercata e l'immediata rimozione del contatto in caso quest'ultimo contravvenga  al loro codice, sacro e inviolabile.

Ora, proviamo per un attimo a trasferirci tutti ad un tavolo, anziché di fronte ad un computer.

Sarà capitato a tutti di ritrovarsi seduti per un cauto diner assis et  placé tra estranei ed intavolare una discussione che esuli da argomenti noti e comuni.

Ritrovarsi a confrontare convinzioni differenti nell'ambito soffuso ed invitante di un convivio.

Che cosa accadrebbe se non una gigantesca gazzarra alla gallica se i nostri commensali fossero gli stessi tiratori fuori controllo di FB?

Lanci di coltelli e di forchette piuttosto che frecciate maligne e venefiche?

Perché se la loro aggressività  è tale per una divergenza scritta, fredda e lontana, immagino cosa potrebbero combinare se qualcuno inavvertitamente infrangesse il loro codice nella realtà.

Oltre a questo, le persone a cui mi riferisco si dilettano a 'male dicere' dei propri contatti senza fare nomi ma creando la solita noiosissima omertosa catena codificata di allusioni e commenti conditi da emoticons e da onomatopea irrisoria.

'E' una è zoccola...e l'altro è viscido...e quella si è fatta strada so io come...e quello è minorato..' per non parlare delle piccolezze, delle irrisorietà a cui si attaccano pur di esprimere un pensiero avverso e malevolo.

Ma non è noioso stare ad espettorare odio tramite una tastiera? E a che fine?

Perchè i vostri contatti-catenaccio vi diano ragione ed attacchino in minuzioso parossismo chi cerca di esprimere un concetto opposto?

E ancora, siete davvero certi che potete permettervi di criticare la zoccola, il viscido e il minorato?

Non solo non vedo aureole né Nobel, ma neanche qualche nome su Wikipedia, che riporta per dovere di informazione anche quello di Flavia Vento.

Peccare pauci nolunt, nulli nesciunt

martedì 26 agosto 2014

'Sposati ancora, Jen!!!'





Jennifer, sposati.
Facci questo favore, dacci un taglio, allunga il mento più che puoi e arriva all'altare tra migliaia di paparazzi.

Smettila di illudereli mostrando brillocche , pancini sospetti, smettila di dondolarti per mano come Sandy di Grease con Theroux, perché lui, da buon francese, non ama lo strolling all'americana.
In questo caso, la solidarietà femminile viene meno e parte un 'hurrà' per Angelina, che stringe in pugno molto di più del bastone di Maleficent : un Oscar, una carriera diversificata, la presidenza del 'UNHCR, sei creature al seguito, Brad Pitt e sembrava non dare troppa importanza alla ratifica ufficiale dell'unione perché troppo impegnata a fare altro.
Adesso però  Maleficent si è vestita di bianco accompagnata all'altare dalla prole e non oso pensare a quali riti tu ti stia dedicando.

Jennifer, comunque, sei stata fortunata.
Sì perché tu, come Meg Ryan (pace al viso suo!), Sarah Jessica Parker, Kate Hudson, Selena Gomez non sei nata né particolarmente bella ( e hai un bel coraggio a negare i ritocchi!) né dotata.

Kojak ti ha portato fortuna : da vent'anni reciti le stesse commedie, qualcuna carina grazie al resto del cast, come 'Along came Polly' e 'He's not that into you'.
Le altre, via Jennifer, chi se le ricorda?
Hai riprodotto Rachel un 'infinità di volte e continui a farlo.
Ho visto in volo una parte dell'ultimo film dove ti esibisci come spogliarellista e tenti di essere una truffatrice simpatica.
Dopo venti minuti ho iniziato a seguire la tratta dell'aereo sul monitor, che per lo meno mi ha narcotizzata fino all'atterraggio.
Però Jennifer, in molti ti amano.
Hai un patrimonio di oltre 100 milioni di dollari.
Per cinque anni hai avuto Brad Pitt.
E nel riferirmi a lui, sono d'accordo con Shanya Twain che lo citava come maschio modello cantando' So you are Brad Pitt?'
Poi da quando è scappato con la strega non dico tu abbia avuto lo stesso numero di flirts del tuo patrimonio, ma ci sei andata vicino.
Ti hanno dato anche un ruolo sexy, in 'Derailed', hai fatto quello che ad Angelina riesce spontaneo in un intervista, almeno ci hai provato ad essere seducente.

Ma ora basta.. sposati il francese, liberaci dalle commedie dell'equivoco e dalla tua aria da eterna sbadata perché non sei una Marylin né Anne Hathaway né Isla Fisher e neanche le nostre Vitti e Melato, voglio essere  sciovinista per una volta.
E se qualcosa occorresse con le coq Theroux, ne t'inquiètes pas!
Prova a comprarne uno, come una patrizia romana, se credi che col matrimonio si cancellino le vicende passate e che il tuo nome non continui ad essere legato indissolubilmente a Brad Pitt e alla Jolie.
Anche se dopo tutti questi anni, mi domanderei perché continui ad accadere.









lunedì 25 agosto 2014

'Invecchiare stanca'



Amiche ed amici miei, il giorno che mi vedrete espormi pubblicamente in questo modo chiamate un buon psichiatra, un terapeuta dell'anima, un prete, un imam, un rabbino, ma soprattutto congiungetevi attorno a me.
Questa pare veramente Bette Davis as Jane Hudson, che canta ' I've written a letter to daddy..': ma al posto del bourbon si è ingurgitata qualche litro di silicone.
Ora, questa foto mi è capitata per caso e mi ha abbacinata come un ferro rovente. E vi assicuro che la photogallery della gentildonna ne propone di più audaci, talune in minigonna con gambetta ripiegata all'indietro.
D'accordo, i tempi sono cambiati.
Non so se sia dipeso dai vestiti o dalle acconciature, ma vero è che i nostri genitori a vent'anni sembravano avere il doppio della nostra età.
Va bene che ci siamo abituati ai ritocchi, alle signore ( e ai signori...) con zigomi a pomello, labbra africane, setti nasali da gatti persiani,
Va ancora bene che una quarantenne o una cinquantenne, se proprio le va, saltelli da un ragazzino all'altro come se le famose mele non fossero mai maturate.
Va bene vedere signore che si ostinano a portare capelli al girovita e a farsi i codini, infischiandosene del proverbio ' Dietro liceo, davanti museo' (sempre dare retta ai proverbi!).
Ma va bene che appaia questa cerniera aperta?
NO !:perché è indecente e allo stesso tempo ammiccante, avesse avuto il coraggio di ritrarsi nuda  sarebbe stato meglio, perché ad eccezione delle protuberanze che un tempo erano un seno, un corpo nudo non può mentire.
E se  tira su la zip? La pelle si accartoccia come una pergamena e sembrerà una grumosa e aggrinzita  lampreda cruda.
Il nostro corpo cambia, la pelle cambia.
La battaglia contro il tempo è in tutto e per tutto una battaglia contro una malattia terminale  (scusate il paragone scomodo) e rallentare è possibile fino ad un certo punto.
 Purtroppo accade che il ritocco, il tentativo di frenare il tempo diventino non solo una sorta di droga, una necessità fisica, ma pure qualcosa cui alcuni credono di avere diritto.
Ce ne accorgiamo soprattutto nelle palestre o durante i corsi di attività fisica: donne più vecchie- usiamolo questo vocabolo, prendiamoci confidenza-che non riescono a comprendere perché c'è chi riesca a fare tutta un 'ora filata senza battere ciglio.
Ma perché muoversi come fantocci di panno lenci per fare l'ora di aerobica o di zumba?
L'effetto è quello di un esercito di zombies, ben di versi dal corpo di ballo di thriller...
Gli anni scattano nel contachilometri!
La pelle si può tirare ma i polmoni e le ossa no.
E allora perché non prendersi cura di sé rispettando non solo la propria immagine, ma anche il proprio corpo e il proprio cervello?
Perché dar per scontato che tutti gli uomini siano attratti dal turgore ed inorriditi dal tempo che si confessa su un corpo?
Francamente,  e non credo di essere l'unica, non trovo alcun fascino in un ragazzo giovane, ma sento molto più calzante ed attraente l'aspetto di un mio coetaneo o di un uomo più grande di me.
Ci sono uomini che la pensano allo stesso modo, ve lo assicuro.
Non tutti amano farsi vedere nonni di una ragazzina o accompagnatori di un tupet che sovrasta un volto di lattice.
E' possibile trovarsi nel proprio elemento e riuscire ad abbandonare questo accanimento terapeutico che ci vedrà comunque sconfitti (vale anche per gli uomini).
Concludo dicendo che i film cult del terrore che prediligo non sono più 'L'esorcista' né 'Psycho', ma 'Sunset Boulevard' e ' Che fine ha fatto Baby Jane?'.
Vorrei poterli consigliare a tante donne, ma la tentazione di chiome raperonzolesche, selfie con boccuccia e dell'ultimo rinforzino agli zigomi purtroppo ha ancora la meglio...




venerdì 22 agosto 2014

' Il vero trend ? Rovistare nei tuoi vecchi armadi...e in quelli della mamma'





Ad ogni stagione corrisponde un  'must have'.
Le riviste di moda ormai sono alla frutta, diciamocelo, azzardano look che riescono sgraziati anche nelle foto patinate, ritoccate, quasi immaginarie di corpi  adolescenti che non hanno un difetto neanche a volerlo trovare.
Certo, nessuno dice di copiare, ma anche i suggerimenti sono molto azzardati: bomber eco di Stella McCartney, leggins Oviesse, bustier Dolce e Gabbana, pump Louboutin, fascia tennis Lacoste...se uscissi così mi porterebbero via con l'ambulanza, con l'aggravante di non essere neppure comoda e pronta per il reparto in stile clochard.

Le it girls , ce ne sono un paio che veramente sembrano appena uscite da una casa psichiatrica ed altre che osano sfidare l'assideramento o par contre l' ipertermia - si daranno anche da fare a stupire, ma i risultati sono clowneschi anche su trentenni semi perfette, la femminilità è infagottata in rotoli di banconote convertite in accessoriamento griffato, è ridicolizzata da calzettoni e ciabatte da piscina che farebbero impallidire i piedini delle vere divine, quelle che magari se ne andavano anzi scalze perché era molto più comodo...

In spiaggia capitano fra le mani i vari settimanali, dove vengono stilate le fashion hits, le 10 cose che non possono assolutamente mancare nell'armadio invernale 2014-2015, i colori top della prossima stagione fredda...già, i colori.
Una nota rivista propone la lista dei colori: direi che a parte nuances genere vomito de imbriaco, pallore alieno o vestito nuovo dell'imperatore, la tavolozza è quella dei pastelli hachette dei nostri bambini.
E per quanto riguarda  fantasie e tessuti?
Mi pare che siamo alle solite, tutto sdoganato in forme e apparizioni differenti, dall'animalier al mimetico, dal pelosissimo al rasato, dall'essenziale al barocco, dal sobrio al paillettato stile cage aux folles.
Poi pellicce, giubbotti stile aviator, guanti lunghi, cappe, pull  jacquard, total white, total black, stiletti con zeppa, scarpette allacciate alla caviglia che ricordano molto quelle di Ali McGraw in 'Love Story'...insomma, la solita zuppa, più o meno condita, più o meno speziata.
Ma è stato dopo aver visto che c'erano pure farfalle e abiti cinesi che mi sono infilata negli armadi.
E ho visto che era già tutto là.

Ho ritrovato un foulard di Hermes di mia nonna, un tripudio alla crisalide che era prima di chiedere il volo e spiegarsi dal bozzolo, mai messo perché troppo scuro: perfetto! Bordeaux e marrone sono tra i colori trend dell'inverno ( ma va!); una vecchia giacca  da aviatore e stiletti di Ferragamo anni '80 della mamma, un gilet di pelliccia e camoscio di Valentino che usava mia nonna per andare in montagna, un vestito di Shangai Tang, una pochette di Rabanne dimenticata dal mondo in scaglie metalliche rosa (altro colore must, ovvio) , i guanti di pelle di mia nonna comperati quando Gucci era soprattutto l'accessorio da viaggio,due bambù ed una Jackie in pelle blu, distrutta e bella come Kate Moss quando si distruggeva, appunto; il mio maglioncione in lana grezza jacquard di Ralph Lauren, anno di nascita 1988, conservato come all'epoca, quando lo mettevo per uscire di sera, perché a vent'anni si è belli anche intabarrati di lana come fagotti. E molto altro, dimenticato in porta abiti, in scatole e in cassetti che non si aprono mai, inclusi tutti i miei errori del passato più recente, comperati in un impeto e poi mai messi perché troppo stretti, o troppo scomodi o troppo freddi.
Perché purtroppo sono tra quelle a cui piace stare comoda, calda o fresca e massimo con un tacco otto.

Questo non è un invito a boicottare i negozi, ma soltanto un incoraggiamento a non guardare con occhio critico il cappottino di astrakan della nonna, altro must have, perché in generale ciò che è stato fatto bello, bello rimane.
E non buttare mai niente che in cuor suo ci implori di non essere buttato, neanche una maglietta: era il cult dell'estate, no, la maglietta con la scritta?
Ebbene ne ho ritrovata una di quella sacerdotessa che un tempo creava il senza senso o lo slogan da portare scritto sul petto, Katherine Hamnett: una bellissima logora maglietta con una mela verde gigante sul fronte e il logo dei Beatles sul retro.
Non la mettevo da quando avevo 14 anni.
Insomma, cercare bene, provare, accorciare: si può fare!

Ho un amico che ha una bellissima sartoria a Londra, nel cuore nascosto di Belgravia, a due passi da Sloane Street.
Ebbene lui e il suo sarto,Mr Hassan, gentiluomo turco, rimettono in riga vestiti e pellicce vintage ed il risultato è straordinario.
Passano da lì non solo i soliti russi multibodyguardati con gli orli in serie da rivisitare, ma soprattutto una miscellanea di vintagisti estremamente eleganti che Nicola, così si chiama, riesce ad accontentare come i meravigliosi topolini di Cenerentola, aggiungendo là, togliendo un po' qua ....perché il bello resta bello e lui lo sa.

Una botteguccia dove la vera eleganza è datata, ereditata e a volte un po' logora.
Se passate da Londra, 51 Kinnerton Street, vi innamorerete di lui, del negozio, del sarto turco e del giardino nascosto.
E magari vi troverete da Kevin, il pub lì accanto, a bere una birra con un galantissimo Jeremy Irons.





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martedì 12 agosto 2014

'Caro Robin'




Caro Robin,
sarai d'accordo con me che quel R.I.P. più che ad un accorato addio faccia pensare a Jack lo squartatore.
Per questo non ho mai postato né pubblicato né commentato la scomparsa di una persona.
Perché la morte è qualcosa di intimo, di doloroso che non può essere accompagnato da un R.I.P. e da una sequela di emoticons con lacrimucce.
Tu, caro Robin, sei arrivato su un uovo da Ork con quelle bretelle assurde e ci hai fatti innamorare come in pochi sono riusciti a farlo.
Ma non sei stato una meteora extraterrestre, hai cavalcato il cinema a pelo, rivolgendoti a percorsi diversi senza mai essere disarcionato.
Ci hanno provato, ti hanno messo in un angolo, perché nonostante il twit di Obama sia stato più veloce del tuo uovo, agli americani non piacciono gli attori scomodi, quelli che non si schierano ma sono semplicemente contro il sistema.
Come te, il capitano che faceva crollare le certezze dei compendi di storia della poetica e della letteratura, che riduceva in brandelli le teorie  che ingabbiavano la mera e folle poesia.
Come il professore che riesce ad addomesticare un genio incapace di comprendere se stesso.
Come Parry che cercando il Graal riesce ad abbracciare un nuovo amore follemente felice.
Adesso, Robin, non voglio elencare tutti gli straordinari caratteri che ti sei cucito addosso, ma mi trovo commossa nel sapere che non vedrò più la tua strana faccia con il forte mento da roditore innocuo e i tuoi occhi scintillanti.
Sei stato troppo a lungo con noi per tornare su Ork, ma forse questo pianeta meritava che tu ti estinguessi come il calore di una vera stella.
Non riposare mai in pace, Robin, noi di certo non lo faremo ascoltando la tua voce e guardando il tuo sorriso comicamente intelligente: quello brillerà per sempre.



lunedì 11 agosto 2014

'Onora il padre e la madre'



Mosè ricevette sul Sinai le tavole dei dieci comandanti, pardon ...comandamenti.
Nel Deuteronomio, 'Onora il padre e la madre' è il quarto comandamento, nell'Esodo è il quinto.
In entrambi i casi, si devono onorare il padre e la madre non perché grazie a loro siamo stati cullati nella dolcezza del grembo materno per nove mesi, la migliore vacanza della vita, né perché ci abbiano accudito e sostenuto.
''Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.'' (Deut., 5,6 -16).
Questa legge del Grande Fratello che soggiorna nell'empireo, dove si 'puote ciò che si vuole' - e più non dobbiamo dimandare- è alquanto fraintendibile, possibile equivocare, travisare, distorcere il concetto.
Piuttosto oserei collocare questo mandato, questa missiva divina in una tessitura semplice e umana: i nostri genitori sono la massima sintesi del 'prossimo'.

Ma quanto accade in realtà è ben diverso.

I figli debosciati hanno infarcito gli scritti a cominciare dalla famosa parabola del figliol prodigo, che leggendo mi fa  provare una gran pena soprattutto per il vitello che viene sacrificato.

Così come i genitori crudeli, pensiamo al padre padrone di Ledda o all'inadeguatezza a procreare dello straordinario Jude di Hardy.

Ma da figlia, mi ritrovo a vedere la versione dalla mia sponda.
E per una volta voglio trascinare il racconto a livello personale.

Sono nata per caso, come Gesù Bambino, con la differenza che i miei genitori, iscritti all'anagrafe, avevano ben chiara la spiegazione del mio imminente arrivo, senza che ci fossero angeli annunciatori.
La mia venuta è stata una gioia, credo perfino di ricordarlo, o forse sono le foto che mi rimandano ad un passato che ho succhiato come latte materno.

Ma poi le foto non sono più vaghe e riesco bene a mettere a fuoco i ricordi.

La mia prima paura non è stata né il buio, non sono stati i cani, il diavolo né l'acqua profonda.
La mia prima paura è stata credere che mio padre uccidesse mia madre.
Non fraintendete. Erano ' un sacco de bbotte'- come dice Albertone dopo la maestosa scena sulla spiaggia di Sabaudia.
Forse qualcuno che ha assistito a quel sacco de bbotte da bambino potrà capirmi: non capisci che è una zuffa, non capisci che si faranno male ma non troppo.
Pensi che il più debole muoia.
Urli perché smettano, piangi, ma loro continuano, fino alla tregua, assurda, perché poi il giorno dopo è come se niente fosse.
Tra me e me pregavo quel Dio dei comandamenti, sentendo alzarsi i toni, 'Fa che non si picchino'.
Qualche volta, fortunatamente, mi ha ascoltata.
Nel frattempo crescevo, terrorizzata da una casa inquieta, innamorata di una madre che ricambiava il mio stesso sentimento.
Col padre, al contrario, la situazione stava mutando.
Iniziavo ad avere una mia valutazione privata.
A sentire la sua inadeguatezza.
Notavo come durante le sue assenze prolungate la mia vita fosse più serena.
Nella mia mente di bambina iniziava a circolare l'idea che mia madre, per tenere salda la famiglia, cercasse di tenere nascosta la stupidità di mio padre con la sua intelligenza protettiva.
Perché si accorgeva dei sintomi eversivi e degli atteggiamenti scettici che iniziavo a nutrire verso quell'uomo.
Eppure ero molto piccola, forse otto anni.
Ma dai bambini c'è da aspettarsi di tutto, per questo fanno paura.
Le amanti abbondavano, mentre non c'era traccia di gioia né di stabilità nella famiglia.
Le sue vacanze erano con gli amici.
Il rispetto per la moglie e conseguentemente per me era in depressione ascensionale.
E mentre tra la delizia delle mure domestiche si aprivano le tende su  un altro dramma,(non ne parlo), caricato principalmente sulle spalle di questa 'ottenne' che viveva tra l'innocenza della classe e i pomeriggi dalle amiche e i farneticamenti e le pazzie domestiche, arrivava la prima separazione.
Io e mia madre da sole, la beatitudine.
Ma ogni sera, la falsificazione dello stato 'separati', annunciata da un 'accellerata nel viale di casa, dalla scampanellata e dall'immancabile 'Elena!', urlato dal giardino.
Più presente di prima o quasi, ogni sera a verificare che mia madre non avesse avuto l'intenzione di uscire o di accogliere sconosciuti alla porta.
Nel frattempo, ci sono le serate in cui il padre mi portava fuori.
Una settimana di fine estate sono stata la sua compagnia per tre sere di seguito.
Per tre sere di seguito, in tre ristoranti diversi, si siede accanto a noi una donna, la stessa, ovvio.
Ho otto anni, sono bassina ma non sono scema.
E allora inizio a chiedermi se debba o meno onorare un uomo che mi ha fatto conoscere la paura, che ha fatto appassire il fiore che era mia madre, che non resiste tre sere con la figlia a cena senza far venire l'amante negli stessi ristoranti.
E poi continua a voler essere il detentore assoluto della casa e riesce a tornarci, un grande dolore per me.
Perché so che ricominceranno gli inferni.
Così è stato, fino al 1979, quando saltò fuori che 'la bellissima ragazza di Torino'- ipse dixit anche fiero- con cui intratteneva una relazione mio padre, era una sedicenne, sei anni più della sottoscritta.
La stessa che si portò in casa mentre mia madre stava ferma in un letto con una condanna a morte nascosta e che lo implorava per avere un lampadario che, naturalmente, è stato restituito a posteriori.
Adesso non voglio annoiare nessuno con altri trent'anni di faide.
Negli ultimi giorni, forse spinto da quella stessa autocoercizione che da sempre gli fa credere di essere nel giusto, per un puntiglio con questa figlia irremovibile e forte di non aver mai provato la debolezza di un amore romantico, com'è naturale, non ha voluto compiere un gesto rispettoso nei confronti di quella che è stata sua moglie per quasi tredici anni.
Mia madre ha perso tempo cercando di addestrarlo, non io.
Ma non chiedetemi di onorare quest'uomo: posso tutt'al più ignorarlo.



martedì 5 agosto 2014

'Stop selfing while pouting'


Dall'ONU, un accorato appello.
'STOP SELFING WHILE POUTING!'
Smettete di farvi selfies facendo boccuccia!
La supplica è rivolta a ragazzine emule di Miley ed altri prodotti della fucina Disney; ma non solo.
Anche alle donne adulte e agli uomini che hanno problemi con le proprie sicurezze.
L'ONU chiede anche di non esagerare con il Photoshop, perché il pericolo che incorriate nella sindrome PCSY (Photoshop compulsive syndrome) sta raggiungendo i livelli di dipendenza da filler. Ma soprattutto rischiate che per strada non vi riconoscano.
Consiglio? Abbiate coraggio e mostratevi come mamma vi ha fatto.
Anche nudi.
Dove c'è spontaneità non può esserci indecenza.

lunedì 14 luglio 2014

'Le Motorizzate'.(parte prima)




Guidatrici di Mini,  jeep o Suv così enormi da risultare inconsciamente erotici.
Sono donne dall'età indefinibile, che può variare da i 40 e i 60 anni, spesso dotate di airbag labiale, abbronzatura perenne, capello lungo e occhialone, cellulare all'orecchio, guida da rally.
Mi domando se credano che guidando queste auto ne acquisteranno la morfologia.
Perché non le lasciate alle vostre figlie o nipoti e magari dopo che il fornaio vi avrà osservato con occhio lascivo ( ricordatevi comunque di Cecco, degli sfilatini della Pina di Fantozzi e la pettinatura a schiaffo.), una tantum, infilatevi gli hot pants della nipote; sciogliete le trecce e salite sul mezzo.
Sfrecciate libere, accompagnate da 'Sarà perché ti amo', effrontées, in pieno parossismo puberale e allo stesso tempo in crisi di mezza età.
Ma è fondamentale che vi  ricomponiate, come Charlotte Gainsbourg, che a 42 anni, è ormai un'elegante signora che può sfrontatamente affrontare prove da ninfomaniaca, nonostante la mettano come la crema tra le due cialde di cioccolato dei Ringo.
Tengo a citare un episodio.
Una zia bellissima, passati i quaranta, guidava un 'auto sportiva, piuttosto vistosa.
Capello al vento, occhiale scuro.
Un gruppo di ragazzotti a distanza ravvicinata l'aveva riempita di complimenti più o meno sofisticati.
Ma quando fummo a debita distanza fu uno choc sentirli sbottare :
' Oh, ma è vecchia!'.
Sono certa che avrebbe preferito una richiesta per prestazione occasionale seduta stante.









venerdì 4 luglio 2014

' L'uccellino e la comare'

Del Piero e il suo uccello in lizza per i prossimi Emmy Commercials.
Escluse Laura Chiatti e la nipotina.
Lo sdegno dell'attrice in una lunga intervista concessa a Giletti: ' Hanno avuto la nomination soltanto perché sono in corso i mondiali e l'uccello porta bene'.

mercoledì 2 luglio 2014

'While my wrinkle gently weeps'

Leggere pagine gossippanti è più divertente che vedere le famigerate faccine dursiane.
Non so a chi affidino gli articoli colmi di inesattezze biografiche.
Non so se siano opera del parrucchino di Sandro Mayer o dello scalpo di Signorini.
Fatto sta che si parla di rock star.
Un bel servizio su Paul dei Beatles- nessuna allusione ai piedi scalzi di Abbey Road né alla mano alzata di Sgt. Peppers, per fortuna.
(Per questo ci voleva la D'Urso, appunto, ma pare sia in una clinica a fingere di non tirarsi)
Paul e compagna in vacanza ad Ibiza.
Il settantaduenne 'Back in the Ussr' , la voce più tremetrisopralcielo del quartetto di Liverpool appare in forma smagliante.
Così scrivono, mostrandoci Paul che intrepido si tuffa a candela da un bel tinozzone; mentre si rilassa in piscina e bacia appassionato l'ultima moglie Nancy.
Il mio primo pensiero va alla batosta accusata dal signor 'Do you want to know a secret? ' per il divorzio dalla Mills leg Mills.
Questa è una signora di 51 anni, circa una ventina in  meno di Paul, starà già  prendendo gli integratori per la menopausa.
Ma  Paul in effetti è molto più liscio di lei.
In effetti  non ha una ruga, sembra lo stesso ragazzo con boccuccia e frangetta che muoveva dolcemente la testa e faceva gli occhi dolci alle fans.
E' così liscio e turgido che sembra un ragazzino che soffra di progeria, non un vecchio signore.
Pare che il beatle attribuisca la pelle tesa come quella di un bongo alla vita sana.

Paul ammette che prendere droghe è come prendere un'aspirina senza averne bisogno: non sono esattamente d'accordo, bravo Paul che non ti fai più di LSD ma soltanto di botulino in dosi massicce e anestetici per tirarti su i guanciotti, unica spiegazione ammissibile, 72 anni trascorsi senza lasciare traccia, si fa per dire.
La magniloquente descrizione di Paul balearico termina con un confronto con le altre rockstars che diversamente da lui sono segnate da abusi di droghe, alcool e donne.
Ora, che il sesso faccia venire le rughe può sostenerlo solo Signorini , mentre Sandro Mayer forse deve ancora fare il grande passo perché non osa lasciare il toupet sul comodino.

Jagger e Richards sarebbero devastati dagli abusi perché, al contrario di Paul, hanno i segni del tempo stampati in faccia.
70 anni , Mick  salta come un grillo fatto di popper e conserva il suo sguardo luciferino, mentre Keith, che  ha ispirato saghe cinematografiche ed è da considerarsi un ente, mi ricorda il vecchio squalo della Citroen.
Benedette rughe.
Cari miei, lasciate stare le rockstars: parlate di Gigi e Tatangelo, di Albano e Romina, di fiumi di parole.
Oppure soffermatevi ad ossevare: Mick morde ancora, Paul al massimo può biascicare una pappetta.


martedì 24 giugno 2014

' Zero Tituli '

Non sono un 'esperta di calcio, ma non credo che Mario Balotelli sia un fuoriclasse.
Tantomeno che sia un giocatore generoso, uno che si impegna, come Andrea Pirlo, che a 34 anni fa ancora molto bene il suo lavoro.
Se la nazionale di calcio fosse una banda di rapinatori, Balotelli sarebbe quello che fa saltare la cassaforte nel caveau...quando ci riesce, perché mi pare che anche stavolta ci siamo ritrovati con Capannelle  che mangia  pasta e ceci.
Tutti a casa, grazie ad un maestro che è in conclamata andropausa - vedere il recente sdolcinato servizio  del Mister con  super fidanzata su Vanity Fair e leggere la patetica intervista- e che confidava nel fenomeno Balotelli : mister, i fenomeni, consideri la completa accezione del termine, molto spesso sono catastrofi.



giovedì 19 giugno 2014

' ET GIRL'

Alexa, Cara, Poppy e compagne...avete fatto il vostro tempo.
Adesso arrivano le 'ET girls' e tremate pure, perché abbiamo capacità extraterrestri.
Di certo, sappiamo usare il vecchio telefono a disco.


martedì 20 maggio 2014

'Lucarelli...chi era costei? '

A dì 19 maggio 2014 ossia ieri.
Scoperta importante: la pagina di Selvaggia Lucarelli.
Casualmente mi imbatto in un post di un amico, una persona che reputo piuttosto intelligente, che si scaglia contro Selvaggia per alcuni suoi commenti su Gabriele Muccino.
La Lucarelli, bref, da dell'incompetente al regista, giudicando i suoi film 'fatti male' così come i suoi attori, Accorsi, privo di talento.
Replica di Muccino, schietta e molto signorile.
Ma fossi stata nei suoi panni, non mi sarei premurata a rispondere, perché così facendo, caro Muccino, hai fatto il gioco di questa mediocrità volgarotta che non può altro che vantarsi di un fatto: aver saputo elargirsi in modo costruttivo e per questo le dico 'bravoo!'.
Io che sono una Mrs. Doe qualsiasi  posso invece permettermi di caricare il moschetto.
Sbircio nella sua pagina.
Però, la signora ha un seguito di tutto rispetto.
Mi capitano sott'occhio due post.
Il primo mostra una foto di Angelina Jolie -volutamente maculata da Photoshop e involontariamente bellissima come sempre- con questo grazioso commento: ''Al gabbio subito truccatore e nutrizionista della Jolie. Datele un piumino e un panino con la mortazza, ve prego.''
Cara Loca, no, Leca, no scusi , Lucarelli, l'invidia è una brutta bestia contro cui lottare ed è per questo che quelle come lei riescono ad adunare eserciti di povere illuse che si confortano nei defaults altrui.
La signora 'Maleficent', oltre ad essere stata dispensata del dono della bellezza e della grazia dalle sue fatine madrine, ha ricevuto anche quello di avere una grande capacità nel crearsi un ruolo di tutto rispetto  nel mondo dello spettacolo e non solo.
Mentre lei, LOcarelli, va al compleanno dei gieffini e la sua è una vita da sciogno - se la gratifica postare foto di messaggi dove un fan le chiede di incontrarla alla Feltrinelli- probabilmente la Jolie deve districarsi  tra red carpet, conferenze alle nazioni unite come membro di UNHCR e del council on foreign relation. 
Forse lei staserà signora sarà immortalata con Barbara D'urso , mentre Angelina lo scheletro lo sarà con Michelle Obama.
Forse lei ha dovuto trascorrere svariate notti selvagge per avere un posto al sole come partecipante de 'La Fattoria':(no, non la trasposizione dell'opera di Orwell,  ma uno dei tanti reality dove finiscono come in un magazzino o in un bazar in contovendita le meteore cadute da tempo o le stelline di cui nessuno si ricorda il nome, finchè magari non sposino un loro simile e possano tornare dalla D'urso o non impalmino un traffichino della finanza o calciatore).
Mentre Angelina, premio Oscar all'attivo, figlia di altro premio Oscar, starà in casa con  Brad Pitt, perché mai dovrebbe invidiarla?
In fondo, signora Locatelli, lei ha un CV  di tutto rispetto: ha lavorato in teatro col suo compagno, Max Giusti e poi ha fatto ' La Fattoria'.
In fondo il suo ex marito è Laerte Pappalardo e suo suocero Adriano sempre Pappalardo.
Angelina, ha avuto due mariti, uno il Sick Boy di Trainspotting, poi Billy Bob. E vive da dieci anni con Pitt, ha case in tutto il mondo, ha lavorato con Clint Eastwood, De Niro, Oliver Stone e ci metterei le chiappe che anche Malefica le abbia riservato un dono a sorpresa.
E per finire, signora Lucaroni, se Angelina ha bisogno di mortazza, lei forse avrebbe bisogno di mangiare dosi massicce di pane e umiltà.
E qui mi ricollego ad un suo secondo post che ho letto, quello sui commessi di Sephora e la ricerca del suo fondotinta...guarda cosa mi tocca scrivere.
Visto che si atteggia a cosmopolita e detta regole, le sue, mi chiedo cosa fa quando va in un paese dove i commessi campano a principalmente a provvigione, oltre ad avere il minimo sindacale?
Entra da Saks o Macy's  scacciando le commesse con il DDT?
Magari esistesse lo stesso sistema in Italia, dove i commessi hanno l'abitudine di non fare nessun sforzo, se ne stanno inchiodati al loro sgabello, sbiascicando gomme e smanettando col cellulare.
E se entri ed esci subito sono ancora più contenti.
Capisco che tra l'appuntamento con la petineuse del GF e la presentazione della collezione di Valeria Marini il suo tempo sia oro che cola, ma allora non vada da Sephora.
Le consiglio una profumeria a Forte dei Marmi, una gioielleria della crema: con i cento euro -scritto da lei-spesi forse riesce a comperare un buon dentifricio e le verranno offerti i campioncini, di cui si lamentava non aver avuto omaggio.
Dopo questa piccola espansione, evidentemente contagiata dalle nuvolette verdi che lascia sulla sua pagina come una puzzola, la mia domanda resta sempre la stessa: ma lei chi è?
Cercherò di capirlo, rivedendo un film di Muccino, ammirando la bellezza della Jolie ed essendo educata con i commessi che fanno bene il loro lavoro.
Lei può continuare a mostrare le mammelle e a nutrirsi di mortazza, credo che rimarrà sempre una donnetta qualunque. 
Il problema è che il Nulla, come nel film 'The Never Ending Story', si espande divorando il poco di buono che è rimasto.
Finchè non rimarranno altro che fondotinta, cattiverie e mortazza.

lunedì 12 maggio 2014

'Berlusconi e il più grande reality del mondo'

 Il  Grande Fratello ha lanciato un trend che si è diffuso come una micosi fungoide.
I talent shows non si contano, ormai, l'occhio indiscreto rotea tra tate e pannolini, ginnaste incinte, predatori di fantasmi e maratone di resistenze sessuali, verbali ,alcooliche e quant'altro (si chiama jeoffrey shore, ma dovrebbe esistere?) e chi più ne ha più ne metta.
Adesso invece qualcosa di grandioso, qualcosa che se il Truman show fosse davvero esistito sarebbe stato una piccolezza.
Non chiedetemi come abbia saputo che Angela Merkel, Hollande, Obama e perfino Elizabeth II, nota per la sua scarsa prodigalità, abbiano indetto una colletta per realizzare il più grande reality del mondo.
Convocati  tra i più celebri James Cameron, l'intero team effetti speciali della Pixar, Renzo Piano, Therry Farrel, i due inseparabili Ferretti, Rick Backer e Richard Taylor, non confermata la risposta alla chiamata del clone di Einstein che lavora nell'area 51.
Un inaudito squadrone di geni, incluso Aladino, dimenticavo, per portare al termine questo progetto.

Nonostante i grandi nomi, la sceneggiatura viene affidata a lui, al dottor stranamore, al più grande trafficante di diritto e scappatoie, anch'egli parte del cast: Niccolò Ghedini.
Ecco la trama.
Berlusconi..no,sembra l'inizio di una barzelletta.

Silvio viene convinto da Francesca Pascale a farsi incidere sull'arcata dentale superiore 'Io sto con Silvio'.
Per l'intervento di chirurgia odontoiatrica, convocato il dottor Szell-vi ricordate 'Il Maratoneta'?.

Szell esiste ed è vivo e vegeto in una azienda agricola nel cantone di Uri segnalatali da Razzi.
Silvio si sdraia sulla poltrona, nell'ambulatorio riservato ai brunetta e ai bambini.
'E' sicuro?' -gli ripete Szell, col suo graffiante accento tedesco travestito da Schweizerdeutsch.
'Certo che lo sono! Nessuno saprà resistermi, dottor Seller...'

Szell  però, prima di procedere con l'incisione consiglia all'ex premier una revisione della protesi dentaria, che da tempo lo fa parlare come uno degli attori di amore tossico.

'Ekko kalko.Strinka pene forte'.

Silvio per un attimo esita, (Strinka pene?), ma poi si rassicura vedendo Szell preparlo all'introduzione di un simil bite.
Ecco, il morso di Biancaneve.
In un attimo cade in un sonno profondo.
Tutto è pronto, intanto.
Ci sono dei disaccordi tra Vangelis ed Apicella : dovrebbero comporre la colonna sonora a quattro mani, ma il bardo de Napule minaccia ritorsioni e la spunta aggiudicandosi l'esclusiva.
Il più grande reality del mondo può cominciare.
Silvio si sveglia,dopo circa una settimana, il tempo necessario a Ghedini per le ultime prove orchestrali.
Ma quella non è casa sua.
Al capezzale, in abito scuro simil talare ambrosiana, l'espressione assorta, lui, Ghedini.
Silvio sobbalza.
'Niccolò? Ma cosa succede? Dove sono e perchèèè sei vestito così?'.
Ghedini gli sorride con accorata fedeltà.
'Ecco,Silvio, guarda dove sei.'
E avvicinandosi alle pesanti tende di velluto cremisi, con la mano cadaverica le scosta e con un gesto plateale le spalanca.
Silvio trasale.
'Ma siamo in collina? '
'Silvio,alzati su.'- Ghedini gli porge due babbucce inviategli da Briatore.

Silvio si alza, trascinandosi ancora un po' intontito verso la finestra.
'Guarda, guarda il cortile'.
Silvio si affaccia timidamente alla finestra.
'Ma cosa sono quelle là?  Trapeziste?'.
'No , Silvio; sono  la Boccassini e le altre giudici donne, femministe e comuniste che ti hanno perseguitato: le abbiamo crocefisse a testa in giu'.
Silvio spalanca gli occhi.
Ancora non capisce ed è qui che Ghedini svela la sua occulta capacità di recitazione.
' Vieni Silvio, siediti, faccio portare un buon caffè ; ti andrebbe anche un massaggio ai piedi ? Sei stato a letto a lungo, devi riattivare la circolazione'.
Con la mano tira un grande cordone intrecciato.

Poco dopo entra una donna grassoccia, vestita da mamy, con un vassoio .
'Presidente, bongiorno. Ecco il su' caffè: mi raccomando, bruscia un pohetto, stia attento'.
Gli serve il caffè, poi gli prende timidamente la mano e gliela bacia.
'Perdonatemi, presidente, so che potete farlo'.
E ad un cenno della mano di Ghedini esce dopo essersi inchinata.
'Ma quella è ?? E' lei, quèlla della barzellètta?'.-chiede Silvio.
'Ebbene si. Rosy Bindi è la tua cameriera personale'.
'Cazzo Niccolò, ma una un po' più figa no? Dai, schèèèrzo, va benissimo, le fighe le troviamo su internet'.

Non ha il tempo di riprendersi dallo stupore che annunziata da un rapido batter di porta, entra un'altra figura femminile, in camice bianco.
'Presidente buongiorno, vediamo questi piedini malandati, faccia vedere su a Lucia, non faccia il timido'.
Ghedini raggela la donna con lo sguardo.
'Niente confidenze. Il presidente ne ha abusato in passato e ne ha pagato caro i risultati'.
La donna annuisce.
Dopo aver fatto un esame dei piedi, giornalisticamente annunzia:
'Pedicure curativo, sono presenti callosità, vari occhi di pernice, forse per i tacchi ed consigliato un massaggio drenante due volte al giorno...poi se vuole, Presidente, dopo facciamo un bel french oppure un gel, eh?'.
'Grazie, il french piace molto a Francesca, lo ha fatto anche Dudù'.
La donna annuisce, si inchina ed esce.

'Niccolò,'- chiede Silvio in preda ad un panico felice-' Ma cosa sta succedendo? L 'Annunziata mi fa il pedicure?'.

'Il popolo, Silvio, il popolo sovrano ti ha liberato. C'è stata una sommossa, hanno messo a ferro e fuoco tutte le sedi dei partiti, hanno oscurato i blog,  i twit,  hanno preso d'assalto  i tribunali, i centri sociali, fustigato  i ribelli, seviziato i no tav, sono cadute teste come ai tempi della rivoluzione francese'.
'Eh, teste di cazzo, mi auguro'- risponde Silvio, che sta ritrovando vigore ed ironia.

'Guarda, vedi quel vecchietto che pettina il prato col pettinino da pidocchi? Lo riconosci?'.
'Ma è Di Pietro, perbacco!'.
'E l'altro che lucida la ringhiera con l'argentil, vedi chi è?. '
'Ostia, ma è quel coglione di Grillo!'Invece, quel piccoletto che sta dando ordine a tutti...ma è Renato!''.

'Sì ,capo di stato maggiore della difesa'.conferma Ghedini.
'Ma guarda, avevo sempre pensato a lui in questo ruolo. Ma chi è quello che pulisce a mani nude le cagate di cavallo? Dategli dei guanti!'.
'Se vuoi, Silvio. Non lo riconosci? Guardalo bene'.
E Ghedini gli passa un piccolo binocolo da opera.
L'espressione di Silvio muta in un ghigno.
'Eh eh ,bravo Niccolò...lascialo senza guanti e trovagli una paletta per staccare i chewing gum dall'ingresso, al caro Angelino'.
In quel momento, un tocchettio alla porta.
'Entrate'- dice Ghedini.
Uno ad uno , in fila indiana, con le braccia protese, entrano Dell'Utri, Previti, Paolo (Berlusconi), Scajola, lo stesso Brunetta su un pony, Carfagna, Santanchè che per l'occasione si è fatta un altro lifting tanto che pare abbia volato sull'ala di un jumbo da New York a Roma , Stefania Craxi e, scortato da quattro picciotti, Zu Tanu III, direttamente da Bogotá.

'Ma che gioia avervi qui!!Allora festa? Allora bunga bunga come ai vecchi tempi ? Le ragazze spero le abbiate chieste a Vladimir: dòpo l'uso, si autodistruggono, non voglio mica altri casini''.

Tutti gli si stringono attorno e Ghedini ordina al telefono interno di organizzare un piccolo rinfresco nella stanza del convalescente.

'Ma Marina e Piersilvio?'-chiede l'ex premier accorgendosi dell'assenza dei figli maggiori.
'Lei è in un 'isoletta privata con Francesca. Lui è con Manuel Casella a Stromboli'-
'Che bravi. La Francesca ama molto Marina e il Piersilvio e il Manuel sono una bellissima coppia'.

Entrano tre camerieri, che Silvio riconosce come Pierferdi, Fini e Vendola  senza orecchino., Sorridendo si alza e inizia  a camminare per la stanza.
' Socmel che male!'.
Silvio si guarda attorno, ma gli altri stanno chiacchierando tranquilli vicino alla finestra.
'Ci vuole un po' a cambiare morfologia, non siam mica camaleonti, qui!'.
Il premier non riece a capire la provenienza della voce, che peraltro gli suona familiare.
Ghedini sente e lo raggiunge .
Con una punta del calzare morbido preme con forza sadica sul tappeto.
Ancora un grido.
Silvio guarda in terra e solo allora riconosce Bersani, travestito da giaguaro, spalmato sul pavimento.

'Ma dammi il cinque, Niccolò! Questa è la giornata più bella della mia vita...'-.
Poi si guarda attorno un po' perplesso.
'Però Niccolò, scusa, scusate amici:ma cos'è questa? La suite di un hotel in Lituania? Mi ricorda qualcosa, ma non ho ancora capito dove cazzo sono!-esclama ridendo.
Tutti ridono e in coro:
'Sei al Quirinale!!!''.
Silvio volge lo sguardo a Ghedini, che annuisce.
'Si Silvio, non sei più presidente, ma sei Il Presidente della Repubblica Italiana, che adesso è tua anche sulla carta'.
Un grande applauso.
'Non posso-crederci.Vera-mente questa- è-  la più bella sor-presa dopo la sco-perta del cialis' .
E mentre Ghedini e gli altri continuano la festa, Silvio osserva dalla finestra; in lontananza intravede qualcosa.
Prende il piccolo binocolo.

Aldilà del Tevere biondo, una cupola maestosa, un loggiato imponente, la piazza gremita di folla ed un omino, piccolo piccolo  affacciato ad una grande finestra.
'Niccolò, stella, cos'è quel mare di gente? '.
Ghedini volge lo sguardo ad una delle migliaia di telecamere nascoste: una goccia di sudore, una stilla di traspirazione acida umana.
'E' il papa'.
Silvio guarda ancora.
'Una bella folla! Ma dimmi, Niccolò:  in alcuni paesi il presidente non è anche capo della chiesa?'.
Ghedini si inghiottisce mezza lingua: oddio adesso bisogna cambiare copione.
'Sì'- dice con un filo di voce.
'Interessante'-risponde Silvio, 'Una bella sopraelevata e via'.
E dopo aver dato una pacca sulla spalla al fedele avvocato, torna dagli amici.
Ghedini si sistema il colletto inamidato. Poi pensa, in fondo un papa re, si può fare.Tanto pagheranno gli italiani.