domenica 14 dicembre 2014

' Il nuovo film di Belen: stanziati 200.000 euro ' E' di interesse culturale'

Premessa.
Non faccio parte né della corrente 'beleniana' né di quella contro.

Sono vecchia, pronta per finire in pentola per il brodo, spero assieme almeno ad un cappone, tanto per avere compagnia.

Penso che Belen sia una donna di straordinaria bellezza e che lo sarebbe ancora di più se non ammiccasse in continuazione e si vestisse come Cristo comanda.

Con tutti i soldi che guadagna sembra che compri i vestiti nei negozietti per i trans vicino a Torre del Lago.

Se si levasse i chili di trucco e le ciglia finte, smettesse di  alzare il sedere come una vespa che punge ogniqualvolta le si puntano le luci addosso, potrebbe essere tra le poche elette che sfilano in lingerie di preziosi per Victoria's Secret, piuttosto che fare la valletta nelle nostre albanesaiche trasmissioni televisive (e probabilmente non avrebbe male ai lombi) .

Hai già un bel culo, ma il detto' che parla' è da prendere come scherzo, Belen.

Oltre a questo, ho assistito ad una sua sola intervista in cui, fronteggiata dalla Bignardi, affermava che in Argentina la rivoluzione, anzi 'Rrrrivoluzione' , la fa la gente, che quando qualcosa non va si mette a battere le pentole con i mestoli sui balconi.

Questa è la frase storica di Belen : la protesta lasciata a ramaioli e tegami.
Ma, occultamento storico, anche il Che pare che abbia cominciato così.

Detto questo, leggo che per il film 'Non c'è due senza te', sarebbe piaciuto a Spencer e Hill, sono stati stanziati dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali 200.000 euro.
Il film è diretto da Massimo Cappelli, che ha già diretto ' Il giorno più bello' e 'Sei come sei', chi li ricorda alzi la mano.

Nel cast, oltre a Belen , c'è Fabio Troiano, quello della pubblicità dei caffè kimbo , ansimante poliziotto dei Ris.
Tosca D'aquino, l'attrice napoletana che ha capito che col cinepanettone si campa tutto l'anno e Dino D'Abbrescia, simpatico attore, affictionato, incinemato, riaffictionato, insomma basta che se sgrani.

La trama è questa : una coppia gay vede la propria vita travolta dall'arrivo di un bambino e della bellissima Laura.

Ora, analizziamo queste poche righe per cercare di capire dove sta la sciarada socio-culturale.

Belen e Tosca sono la coppia gay...ma allora chi sarebbe la bellissima Laura?

Oppure, Troiano e D'Abbrescia sono la coppia gay, la D'aquino è la bellissima Laura.

E Belen? E' la vicina argentina che va a vendere Clinians la clinica dela beleza porta a porta?
Non torna.

I due attori sono i gay e non è mai stato così ovvio supporre chi sia la magnifica Laura.
Come scoprire l'assassino in una puntata del tenente Colombo.

E allora,  Cittadini, Amici, Italiani, ascoltatemi: io mi permetto di dire che il cinema italiano è ammalato, né di focalizzazione profonda né di profondità di campo né di asincronismo.

Il nostro cinema è come un uomo a cui non venga somministrato altro che cibo spazzatura.

Toni Servillo, in un intervista, alla domanda ''Che cosa pensa del cinema italiano di adesso?'', ha abilmente glissato, dicendo che non dobbiamo dimenticarci del grande passato, dei neorealisti, di Fellini, Visconti, Scola, Monicelli,Germi ed ha timidamente difeso due suoi lavori, Gomorra e Il divo, premiati entrambi a Cannes.

Adesso io non so come sarà questo film, ma sono sicura che lo andranno a vedere in tanti.

Quello che è allarmante che in molti lo andranno a vedere come fanno con gli orrori di Salemme e dei Vanzina, ma altrettanti lo faranno per poter dire, parlare, sparlare, divorare, dilaniare Belen e la sua incapacità.

Pare che la storia di prendere a mestolate il tegame funzioni allora, per chi batte e per chi sente.

Cara Belen, brava, hai trovato la formula magica perché questo popolo di scopofili ti guardi sia che ti ami sia che ti detesti.

E caro Franceschini, bravo, tu con la tua aria infelice - saresti un perfetto beccamorto-  stai perfettamente riuscendo a trasformare l'emisfero culturale italiano in una zona morta.

Detto questo, nel film, credo che il vero interesse culturale non sarà nella coppia gay, nell'integrazione con la donna e il bambino e nel superamento di problematiche aggiuntive.

Sono sicura che a sto giro il culo di Belen parlerà.


sabato 13 dicembre 2014

'La cozza? Non è sempre buona'


Tempo fa, durante un viaggio in Africa, un amico mi portò su una magnifica spiaggia, completamente deserta.

Ad un'estremità dell'ansa di sabbia, con la bassa marea, affiora una scogliera completamente ricoperta di cozze.

Tutte lì, grandi, bellissime, lucide...basta avere un coltellino oppure dimestichezza con mani e dita per staccarle come grappoli d'uva..

Dopo due ore di man bassa,  di corteggiamento serrato coi piedi massacrati dagli scogli,  la spiaggia inizia a popolarsi ( anche lì la raccolta di mitili è vietata, almeno, ne è concessa una minima quantità che noi avevamo selvaggiamente superato ), siamo tornati a casa.

La prima mandata sul fuoco sarebbe stata la mia, all'italiana, un 'impepata alla mia maniera, di cui non svelo la ricetta.

Perché con erbette, creme, vini troppo forti, pomodoro, si rischia di far finire la cozza nel troiaio, nel casino,e lei, regina mollusca, non se lo merita.

Ho eseguito la ricetta al dettaglio, usando olio, pepe vino e limoni che di meglio non avrei potuto avere.

Ma già durante la breve schiusura, l'odore era differente.
Perché la cozza ha un odore acustico, mangiabile; mentre si schiude sembra di stare a cavalcioni di un onda che si spezza  e poi ci risucchia in una violenta risacca.

Niente, un povero aroma, mentre le valve iniziavano ad aprirsi e a mostrare la carnosità all'interno.

Intanto, avevo disposto nel letto di portata alcune fette di pane ben tostato.

Dopo aver disposto le cozze nel loro giaciglio, dopo averle bagnate con gli umori da loro rilasciati e da quelli miscelati di vino e pepe, ho servito la impepata.

Non che fosse cattiva, era gustosa, saporita, ma le grandi mollusche aperte, alcune rosse, altre più chiare, sfrontatamente belle come un frutto proibito, sapevano di poco, almeno non sapevano delle carezze delle onde e della profondità del mare.

Quel che è certo, è che di tutta l'avventura 'cozzesca', il momento più deludente è stato quello del pasto, mentre era stato molto eccitante vederle  emergere e svellerle dalla loro convinta dimora.

Tempo fa ho scoperto che le cozze hanno un sesso: quelle più rosse sono femmine; quelle più pallide sono maschi.
Probabilmente avevo incontrato una delle prime comunità trasgender.

venerdì 12 dicembre 2014

'Quant'è bella giovinezza'; chi la incalza,tuttavia..



Siamo ammalati di tempo dalla nascita, ma fino ad un certo momento della nostra vita non ci prestiamo troppa attenzione.

Poi , d'un tratto, vediamo quella che consideriamo una coetanea darci del 'lei' o chiamarci 'signora'.

Iniziamo a specchiarci nel viso degli amici prima di affrontare il terribile responso dello specchio servo delle nostre brame.

Eppure non ci sembra cambiato nulla. Sì, qualche rughetta sulla fronte, qualche evanescente segno del tempo, forse nella piega delle labbra.

Lo specchio è dormiente , si è rincoglionito?
Oppure il nostro occhio non riesce a cogliere questo passo lento ma inarrestabile che ci trasforma.

Prendete una foto, no, non quella con i ciripà e nemmeno quella dell'ultimo anno di liceo.
Cercatene una di dieci anni fa.

Allora, vedete che lo specchio è vostro servo e vi dice quello che volete sentirvi dire?

Siamo- eh sì, ci sono pure io- gli stessi, ma quello che vediamo adesso nello specchio è la copia della foto, inspiegabilmente indurita: questa cortina che si è diffusa su di noi è il tempo.

Allora, cerchiamo di non combattere contro un nemico invincibile ma di rendercelo alleato, blandendolo con trucchetti da cortigiani.

Un aspetto migliore non necessariamente significa  sembrare più giovani.

Dimostrare i propri anni non è un male.

Soprattutto è indispensabile non finire nella ragnatela dei ritocchi compulsivi, della chirurgia estetica, fino agli estremi in cui si verifica un cambiamento di connotati.

Sopracciglia mefistofeliche, che solo Jack Nicholson può permettersi; labbra afroamericane; nasi che sembrano bottoncini arricciati; capigliature posticce, così morte da non muoversi neanche durante una tempesta di vento.

E il seno, la parte più morbida e femmina del nostro corpo, trasformato in gorgiera alla Caterina De' Medici, rigida e temibile.

Infine, non voglio pensare a chi si sottopone a quell'interventuccio che può essere considerato una forma di infibulazione all'occidentale.

E  se qualcosa andasse storto e venisse leso un mininervetto che ci aiuta ad ottenere quello di cui il maschio musulmano vuole privare la donna per rafforzare le cuciture della religione?

Che utilità avrebbe una guaina che non ha alcuna spada da sfoderare? O forse preferiamo sentirci dire che Lei pare quella di una ventenne anche se è lobotomizzata, imbambolata, addormentata come la bella Aurora??

Armonia, cerchiamo questa meravigliosa dea che sarà la nostra alleata nelle scaramucce col tempo.

A quarant' anni non possiamo vestirci come sedicenni, saremmo ridicole, come allo stesso modo, risulta goffa e grottesca una splendida sedicenne affogata in una mise da signora.

Armonia, che ci porti a sorridere, che ci faccia dimenticare le rughe, i capelli bianchi, la pancetta che non c'era e che sta iniziando ad arrotolarsi ai fianchi.

Armonia, la scelta degli amici che ci facciano star bene, che ci regalino una compagnia confortevole come un bel bicchiere di vino rosso.

E  chi invece si metterà a fare l'auriga contro il cronologico nemico, beh, potrà decidere se diventare come la mummia di Marilyn, di Angelina, di un gattone persiano o di Shirley Temple con riccioli d'oro posticci, una tetta a rischio deflagrazione e una vagina perfetta ma muta come una certosina incazzata in contemplazione fallica.

Ammaestriamo il nostro corpo, non facciamolo cedere all'artifizio del sempiterno.

A meno che non sia nostro desiderio essere pre-tassodermizzati per la sepoltura.