mercoledì 24 settembre 2014

'Quella rissosa, irascibile, deliziosa Princi'




La prima volta che feci vidi la Princi, stavo lottando con la disposizione di tavoli e la lista delle prenotazioni in un affollatissima tarda mattinata di Giugno.
(Allora gestivo il ristorante dei Bagni Giovanni a Forte dei Marmi).

Bene, arriva questa alta bionda, con l'aria di chi si è scivolata da poco dal letto, si presenta, voce marlboro,  mi prenota un tavolo per una fiumana di persone, cosa inconsueta vista la capacità del patio e la piena a rovescio dei primi week end.

In poco tempo,  il cuore  formale e forse un po' annoiato della vita della spiaggia,  dopo l'arrivo della Patti e del suo mutevole e cangiante seguito viene  risvegliato come al  ritmo di un tamburo primordiale.

Ecco le tavolate di un tempo, quelle che si siedono per godersi il sapore del mare nei piatti, che non hanno fretta di tornare a lucertolarizzarsi sotto le tende, quelle in cui il vino porta allegria, conversazione e risate, senza mai arrecare disturbo agli altri, ecco stringersi nuove amicizie, mangiamo tutti insieme!

I miei ragazzi, apprendisti un po' timidi, avevano soprannominato il tavolo D'Asburgo ' tavolo imperiale' e se lo litigavano perché non vivevano la pressione della formalità stanziata abitualmente tra cliente e dipendente.

Finchè giunse Ettore furioso e fu lui ad orchestrarlo sempre.
Lo ricordiamo con immenso affetto, io e te, cara Patti.

Il seguito è facile, tra una chiacchiera e l'altra, mi ritrovo anch'io nella brigata notturna di via Leonardo Da Vinci, dove tutto si svolge esattamente come in spiaggia, con la differenza  che la padrona di casa è la Princi,  gli ospiti sono una folla, ci sono musica e balli, tanti mattatori, tra cui mi piace ricordare gli onnipresenti opposti : Mauro, il grande seduttore, e Lori, appena uscito dalla Cage aux Folles.

Quelle erano feste,  il risveglio di una Forte dei Marmi notturna, come accadeva un tempo, quella era  la cortesia, la grande arte dell'ospitalità, che mi ha fatto più volte ricordare i tempi in cui mio nonno e mio zio scendevano già mezzi avvinazzati dalle cave, portandosi dietro una decina di scultori, tutti ricevuti senza preavviso alcuno da mia nonna, che sorrideva digrignando i denti.

Dalla Patti succedeva questo, in un 'atmosfera completamente priva di forma ed etichetta fasulla, quella in cui ci si annoia a morte col le medesime frasi fatte e si finge di essere chi non si è realmente.

Tant'è che la cara Princi ha buon naso e capisce presto chi è l'originale e chi il tarocco, nonostante il supermega Daytona al polso o l'aria da world Citizen, e costoro con garbo, professional scroungers or troublemakers, sono allontanati, come se non fossero mai esistiti.

Sì, perché Patrizia è una donna generosa e di cuore, ma come la vedete così è, acuta, diretta, una che non ha bisogno di una corte di adoratori, perché le piace divertirsi, perché il suo è un matrimonio felice, perché non farà  come molte, divorate dall'invidia, disperate arrampicatrici, destinate a finire sole, depresse, grasse ed alcolizzate con un gruppo di amiche esattamente simile a loro.
Perché non teme le donne belle, intelligenti e colte, ma sodalizza con loro.
In lei c'è la joie de vivre, l'ironia e la tolleranza, il rispetto verso gli altri e la profondità.

Chi la vede alterarsi nei salotti in TV, non vede una recita, anzi credo che ghermisca la poltrona e si trattenga perché non gli si strappino i vestiti come ad Hulk.

Purtroppo, come molti che hanno una vita piena e felice, la cara Patti deve pagarne lo scotto assurdo.

Fa risvegliare in molti il peggiore dei peccati setti capitali, l'invidia, quella stizza irrefrenabile che tenta di indossare la moda, per nascondere la realtà della verde epidermide.
Quello che mi chiedo è perché una donna che per consuetudine apre le porte di casa, è generosa nei rapporti personali come in quelli del web, non mostra nessun sciovinismo di se stessa, venga così attaccata e pungolata.
Ma questa è la vita, come diceva Molière 'La grande ambizione delle donne è suscitare l'amore', tu hai trovato quello e una grande armonia, e a molti il famigerato pomo è rimasto di traverso ( per questo molte donne si mettono sempre sciarpe o cachecol, oltre a ricorrere a trucchi camouflage ).

Abbiamo litigato, io e te Patti.
Ma non è stato un litigio qualunque, siamo state un po' come D'Hubert e Feraud, Harvey Keitel e Keith Carradine sullo schermo; sempre per citare Conrad ed un altro suo bellissimo racconto, nel mentre del nostro litigio eravamo 'compagne segrete' l'una dell'altra, chiedendo notizie, informazioni, aggiornandoci di come ci andavano le cose, senza cercarci.

Bello esserci ritrovate, pronte di nuovo a duellare verbalmente, ma sederci allo stesso tavolo con un bel bicchiere di vino in mano, come ai vecchi tempi.

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