martedì 12 agosto 2014

'Caro Robin'




Caro Robin,
sarai d'accordo con me che quel R.I.P. più che ad un accorato addio faccia pensare a Jack lo squartatore.
Per questo non ho mai postato né pubblicato né commentato la scomparsa di una persona.
Perché la morte è qualcosa di intimo, di doloroso che non può essere accompagnato da un R.I.P. e da una sequela di emoticons con lacrimucce.
Tu, caro Robin, sei arrivato su un uovo da Ork con quelle bretelle assurde e ci hai fatti innamorare come in pochi sono riusciti a farlo.
Ma non sei stato una meteora extraterrestre, hai cavalcato il cinema a pelo, rivolgendoti a percorsi diversi senza mai essere disarcionato.
Ci hanno provato, ti hanno messo in un angolo, perché nonostante il twit di Obama sia stato più veloce del tuo uovo, agli americani non piacciono gli attori scomodi, quelli che non si schierano ma sono semplicemente contro il sistema.
Come te, il capitano che faceva crollare le certezze dei compendi di storia della poetica e della letteratura, che riduceva in brandelli le teorie  che ingabbiavano la mera e folle poesia.
Come il professore che riesce ad addomesticare un genio incapace di comprendere se stesso.
Come Parry che cercando il Graal riesce ad abbracciare un nuovo amore follemente felice.
Adesso, Robin, non voglio elencare tutti gli straordinari caratteri che ti sei cucito addosso, ma mi trovo commossa nel sapere che non vedrò più la tua strana faccia con il forte mento da roditore innocuo e i tuoi occhi scintillanti.
Sei stato troppo a lungo con noi per tornare su Ork, ma forse questo pianeta meritava che tu ti estinguessi come il calore di una vera stella.
Non riposare mai in pace, Robin, noi di certo non lo faremo ascoltando la tua voce e guardando il tuo sorriso comicamente intelligente: quello brillerà per sempre.



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