lunedì 11 agosto 2014

'Onora il padre e la madre'



Mosè ricevette sul Sinai le tavole dei dieci comandanti, pardon ...comandamenti.
Nel Deuteronomio, 'Onora il padre e la madre' è il quarto comandamento, nell'Esodo è il quinto.
In entrambi i casi, si devono onorare il padre e la madre non perché grazie a loro siamo stati cullati nella dolcezza del grembo materno per nove mesi, la migliore vacanza della vita, né perché ci abbiano accudito e sostenuto.
''Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.'' (Deut., 5,6 -16).
Questa legge del Grande Fratello che soggiorna nell'empireo, dove si 'puote ciò che si vuole' - e più non dobbiamo dimandare- è alquanto fraintendibile, possibile equivocare, travisare, distorcere il concetto.
Piuttosto oserei collocare questo mandato, questa missiva divina in una tessitura semplice e umana: i nostri genitori sono la massima sintesi del 'prossimo'.

Ma quanto accade in realtà è ben diverso.

I figli debosciati hanno infarcito gli scritti a cominciare dalla famosa parabola del figliol prodigo, che leggendo mi fa  provare una gran pena soprattutto per il vitello che viene sacrificato.

Così come i genitori crudeli, pensiamo al padre padrone di Ledda o all'inadeguatezza a procreare dello straordinario Jude di Hardy.

Ma da figlia, mi ritrovo a vedere la versione dalla mia sponda.
E per una volta voglio trascinare il racconto a livello personale.

Sono nata per caso, come Gesù Bambino, con la differenza che i miei genitori, iscritti all'anagrafe, avevano ben chiara la spiegazione del mio imminente arrivo, senza che ci fossero angeli annunciatori.
La mia venuta è stata una gioia, credo perfino di ricordarlo, o forse sono le foto che mi rimandano ad un passato che ho succhiato come latte materno.

Ma poi le foto non sono più vaghe e riesco bene a mettere a fuoco i ricordi.

La mia prima paura non è stata né il buio, non sono stati i cani, il diavolo né l'acqua profonda.
La mia prima paura è stata credere che mio padre uccidesse mia madre.
Non fraintendete. Erano ' un sacco de bbotte'- come dice Albertone dopo la maestosa scena sulla spiaggia di Sabaudia.
Forse qualcuno che ha assistito a quel sacco de bbotte da bambino potrà capirmi: non capisci che è una zuffa, non capisci che si faranno male ma non troppo.
Pensi che il più debole muoia.
Urli perché smettano, piangi, ma loro continuano, fino alla tregua, assurda, perché poi il giorno dopo è come se niente fosse.
Tra me e me pregavo quel Dio dei comandamenti, sentendo alzarsi i toni, 'Fa che non si picchino'.
Qualche volta, fortunatamente, mi ha ascoltata.
Nel frattempo crescevo, terrorizzata da una casa inquieta, innamorata di una madre che ricambiava il mio stesso sentimento.
Col padre, al contrario, la situazione stava mutando.
Iniziavo ad avere una mia valutazione privata.
A sentire la sua inadeguatezza.
Notavo come durante le sue assenze prolungate la mia vita fosse più serena.
Nella mia mente di bambina iniziava a circolare l'idea che mia madre, per tenere salda la famiglia, cercasse di tenere nascosta la stupidità di mio padre con la sua intelligenza protettiva.
Perché si accorgeva dei sintomi eversivi e degli atteggiamenti scettici che iniziavo a nutrire verso quell'uomo.
Eppure ero molto piccola, forse otto anni.
Ma dai bambini c'è da aspettarsi di tutto, per questo fanno paura.
Le amanti abbondavano, mentre non c'era traccia di gioia né di stabilità nella famiglia.
Le sue vacanze erano con gli amici.
Il rispetto per la moglie e conseguentemente per me era in depressione ascensionale.
E mentre tra la delizia delle mure domestiche si aprivano le tende su  un altro dramma,(non ne parlo), caricato principalmente sulle spalle di questa 'ottenne' che viveva tra l'innocenza della classe e i pomeriggi dalle amiche e i farneticamenti e le pazzie domestiche, arrivava la prima separazione.
Io e mia madre da sole, la beatitudine.
Ma ogni sera, la falsificazione dello stato 'separati', annunciata da un 'accellerata nel viale di casa, dalla scampanellata e dall'immancabile 'Elena!', urlato dal giardino.
Più presente di prima o quasi, ogni sera a verificare che mia madre non avesse avuto l'intenzione di uscire o di accogliere sconosciuti alla porta.
Nel frattempo, ci sono le serate in cui il padre mi portava fuori.
Una settimana di fine estate sono stata la sua compagnia per tre sere di seguito.
Per tre sere di seguito, in tre ristoranti diversi, si siede accanto a noi una donna, la stessa, ovvio.
Ho otto anni, sono bassina ma non sono scema.
E allora inizio a chiedermi se debba o meno onorare un uomo che mi ha fatto conoscere la paura, che ha fatto appassire il fiore che era mia madre, che non resiste tre sere con la figlia a cena senza far venire l'amante negli stessi ristoranti.
E poi continua a voler essere il detentore assoluto della casa e riesce a tornarci, un grande dolore per me.
Perché so che ricominceranno gli inferni.
Così è stato, fino al 1979, quando saltò fuori che 'la bellissima ragazza di Torino'- ipse dixit anche fiero- con cui intratteneva una relazione mio padre, era una sedicenne, sei anni più della sottoscritta.
La stessa che si portò in casa mentre mia madre stava ferma in un letto con una condanna a morte nascosta e che lo implorava per avere un lampadario che, naturalmente, è stato restituito a posteriori.
Adesso non voglio annoiare nessuno con altri trent'anni di faide.
Negli ultimi giorni, forse spinto da quella stessa autocoercizione che da sempre gli fa credere di essere nel giusto, per un puntiglio con questa figlia irremovibile e forte di non aver mai provato la debolezza di un amore romantico, com'è naturale, non ha voluto compiere un gesto rispettoso nei confronti di quella che è stata sua moglie per quasi tredici anni.
Mia madre ha perso tempo cercando di addestrarlo, non io.
Ma non chiedetemi di onorare quest'uomo: posso tutt'al più ignorarlo.



2 commenti:

  1. Ignorarlo ma col cuore credo sarebbe la giusta punizione per lui.
    ma mi chiedo lo capirà il motivo di tale atteggiamento?
    Ho dei dubbi!!

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  2. Cristiana, ho tralasciato molti dettagli...

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