martedì 11 marzo 2014

'Facebook incontra Double Face'

Niente che dire, il grande Tommy Lee riesce sempre a sorprenderci.
Gli anglo-americani hanno coniato la parola 'stalking', aggiungendo la esse privativa, ma da italiana, ritengo che il nostro 'persecuzione', significa 'inseguimento', calzi altrettanto bene a quanto mi propongo di esporre.
E' constatato che all'origine di molti oscuri casi di cronaca ci siano molto spesso delle aderenze con FB.
Perché il social network con più  fruizioni e utenti apre un universo sconosciuto fra sconosciuti.
Non tutti abbiamo tra i contatti i veri amici, i vecchi compagni del liceo, i buoni conoscenti, gli amici dei genitori e qualche persona con cui condividiamo una cara conoscenza ed  abbiamo rilevato una reciproca sintonia.
Molti di noi stringono la mano allo sconosciuto.
Alcuni sono veri, sconosciuti ma veri.

Ma non funziona sempre così:  tra questi ignoti o anonimi c'è chi si regala una nuova vita, talvolta anche due.

Persone in  un viaggio fatto di interpretazioni illusorie, che si creano un vero e proprio mondo  sullo schermo e nella loro mente ; come quando da bambini giocavamo agli indiani e ai cowboys , ci credevamo davvero, anche se non avevamo cavalli ed eravamo nel giardino di casa; o quando non avendo nessuno con cui giocare ci sdoppiavamo, vergognandoci un po' se i genitori ci sorprendevano in conversazioni solitarie con un cane di pezza o con una bambola.
Ecco, io questi li vedo così.
Cercano dove pasturare ed iniziano a poco a poco a inserirsi, essendo gentili e accondiscendenti;
 ma se trovano un ostacolo, iniziano ad opporre insistenza.
Perché il rifiuto ,in questo modulo che tiene le redini del loro tempo e della loro vita, non solo è irriverente e canzonatorio, ma soprattutto è inaccettabile.
La prima mossa ,allora,  è un  vago tentativo di disinteresse garbato, i commenti sono arginati da un distacco umoristico : la vecchia storia dell'indifferenza che attira come carta moschicida.
Ma se la situazione non risponde, allora la musica cambia,  ed ecco l'assedio, che vi assicuro, è sgradevolissimo.
Inizia a  profusione maniacale un continuo di lodi e commenti, tutti  favorevoli, fino all'assurdo:  se il malaugurato oggetto di questo desiderio immaginario scrivesse di avere avvelenato i propri gatti, il commento sarebbe probabilmente a favore, 'perché i gatti sono infìdi, si affezionano alla casa e non al padrone', per fare un esempio che pare assurdo, ma è vero.
Però, se non ottengono un ricambio, se si sentono dire 'basta', se vengono rimossi-per loro è come ricevere una porta in faccia tanto è reale- non si rassegnano e la loro irritazione si svolge in un accanimento patologico.
Dall' approvazione smodata , dalle lusinghe  passano agli insulti.
'Credevo tu fossi una donna sensibile ed intelligente' , Ssei una maleducata, faresti bene ad andare in terapia'.
Non mollano, anche se non c'è risposta né scuse alla provocazione.
Fino a che un giorno il pc non funziona più.
Come è possibile, la pagina è oscurata, non la vedo, non la trovo.
E dopo un attimo di smarrimento, l'intuizione:bloccato.
E' l'affronto che si palesa.
Ora di preciso cosa facciano ,non posso dirlo, perché ho un solo profilo, e mi basta .
Quello di cui sono certa è che se non si rassegnano, si creano una falsa identità, ma in alcuni casi, sopraffatti dalla claustrofobia di una sola , creano dei multipli.
Quindi ricominciano a guardare, a pedinare fino a dove le applicazioni lo consentono.
Si reiventano, quanti Mr. Ripley ci sono su FB.
L'ultimo episodio in cui sono stata direttamente coinvolta è accaduto un paio di giorni fa.
Non è stato il primo, nè sarà l'ultimo.
Ma ho imparato a fiutare i pesci gatto, ho imparato che chi si raggomitola ad un computer cercando di creare il reale è pericoloso.
D'altronde, basta ascoltare un po' di cronaca per vedere come un utilizzo non monitorato, in primis nei giovanissimi , ci regali in continuazione episodi drammatici.
 Non sempre si tratta del solito fanatico deficiente che alla fine si arrende, soprattutto se a replicare non è un adulto ma un ragazzino.
 Non esiste distinzione di sesso per questi avventori di fantasie ed immaginazione malata e  sarà utile affinare il nostro fiuto virtuale.
Ma ciò che più mi allarma e mi spaventa è che questi individui non ci conoscono, non hanno mai ascoltato la nostra voce, non sanno niente se non quello che filtriamo pubblicamente.
Insana devozione, insano feticismo.







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