mercoledì 19 marzo 2014

'L'eleganza dei somari'

Elegance is an attitude.
Essere eleganti è un modo di essere.
Un'attitudine, un atteggiamento.
Pensavo l'avesse detto Holly Golightly e che si fosse stravolto nella traduzione italiana dello script di Capote.
Invece un' astuta trovata pubblicitaria, unita a questa formula e al visino della Moonriver Audrey, ha assemblato più proseliti del famosissimo ' What else?' di Clooney.
Lo dicono tutte, perfino le ragazzine che mangiano cappuccino e Fonzies , pensano ad Audrey nel suo tubino nero, con il filo di perle, i giganteschi occhiali, il fume-cigarette,  postano sul social network : elegance is an attitude.
Un vero e proprio grido di guerra , alla gaelica, che pare faccia sentire le donne molto felici.
Se il fenomeno si limitasse a questo, dovremmo sorridere. Ma si sono formati degli squadroni di donne, donne vere, passati i trenta e anche i quaranta che si sentono comprese da quest'affermazione  :l'eleganza è un modo di essere, un comportamento.
Sui socials appaiono autoscatti di adulte e discepole che celebrano il motto, ritraendosi col filo di perle, la sigaretta bagnata di rossetto, le unghie laccate di rosso, il sandalo con le chaussettes.
I luoghi comuni dell'eleganza' stracopiati da chi evidentemente non sa esserlo con la tuta da giardiniere e i capelli arruffati.
Per non parlare del linguaggio, artificioso e affettato come quello delle conduttrici del dopopranzo italiano.
Eccomi ad eccepire, a contraddire il motto.
'elegance is an attitude'

L''attitudine mi fa pensare a qualcosa di studiato.
Il comportamento a qualcosa di scolastico, da manuale, un ricettario di regole.
L'eleganza non è un' attitudine, né un modo di essere.
Quelli si possono imparare, con un minimo di intelligenza. Sempre Audrey, my fair ladies.
L'eleganza è qualcosa di innato.
Come  bellezza e intelligenza è un dono, completamente democratico.

Per chi ha avuto come culla un cassettone, mentre dieci fratelli  strillavano per la fame in tutti gli altri posti letto occupati .

Per chi è stato partorito come un vitellino, in un villaggio dove non ci sono perle né twinsettini di Prada, ma l'unico vestito è fatto di argilla e grasso di vacca.

Per chi nasce  fuori da un matrimonio in una casa di accoglienza per poveri, cresce in un orfanatrofio e da tempo i suoi aforismi sono dei diktat nell'universo femminile: 'nessuno ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri'.
Mica male Cocò, si sapeva vendere e certamente ricordava il freddo infantile, lei, mai troppo ricca né troppo magra , soprattutto elegantemente intelligente.
Si portò a letto l'uccello di fuoco, nella stessa casa dove dormivano anche la di lui moglie e figli, attitudine sicuramente poco borghese e molto avantgarde.
Ecce elegantia, quella sottile differenza tra l'avere una levatura interiore, saper cogliere le sfumature dell'estetica contro chi  invece pretende di appartenere attraverso un oggetto o un atteggiamento a chissà quali sfere di raffinatezza.
 E' il caso dell'abominevole Carrie di New York, protagonista della famosissima serie-geniali gli ideatori- che vede quattro donne sui quaranta vivere di moda, parlando di uomini.
Il mio non è snobismo video, anzi. Sex and the city è un documento.
Abbiamo visto che gli americani possono comprare il comprabile ma non si sanno vestire.
Un tempo erano gli inguardabili tailleurs confetto di Doris Day, oggi sono i mix quattro stagioni di Carrie, che in dicembre esce sotto la neve seminudata da Valentino e calzata Choo o Blahnik, non importa ,perché i piedi sprofondano nella neve.
E in agosto, beve o mangia-sempre a bocca piena- qualcosa sotto il solleone newyorkese, in shorts, canotta, hawaianas e un magnifico visone.
Purtroppo,non è quello che ricopriva  Liz Taylor, che dalla sua aveva quella di saper recitare.
 Ma quella crudele pelliccia per cui sono state 'sacrificate trentasei piccole bestiole' ci racconterà dell'ultima pomiciata di Carrie, che par proprio non resistere a fare il bocca a bocca nei ristoranti.
Cocò  citava' è l'accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto quello che annuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza'.
Carrie Bradshaw l'ha presa un po' troppo in parola, o forse ha letto l'aforisma in francese, dimenticando un pas...
Per cui, per non sbagliare mai, ci mettiamo addosso di tutto e di più, basta che sia costoso e ancora profumi di nuova uscita.
Non importa se siamo troppo magre e con quei calzettoni e quelle scarpucce sembriamo Nonna Papera, non importa se con in lungo attillato sembriamo un barrique con le braccia.
Carrie, scopa e scrive e quando esce con un ragazzo( dai 15 ai 60,come alcuni giochi da tavolo) fa più smorfie di una sedicenne prima di dare un bacio.

Atteggiamento, eleganza, comportamento?
Molte della frasetta dell'attitude sono invaghite di Carrie, sorprendente.
Di certo, per chi avesse qualche dubbio, osservi Carrie e compagnia a tavola.
Investite di Gucci, Pucci e Capucci, usano le posate come un direttore d'orchestra usa la sua bacchetta.
Attenzione a chi siede al tavolo accanto.
Eppur Carrie ha lanciato una moda, anzi tante, e molti stilisti  a vederla non si sentono certamente afferrare dalla sindrome di Stendhal, ma alcuni pare abbiano sperimentato quella di Tako-Tsubo, sensazione simile al crepacuore, del tutto psicosomatica.
Quello che oso  credere e scrivere è che soltanto cercare di essere eleganti implichi una mancanza di una base.
Chi lo è, lo è sempre, nelle movenze, nello sguardo, nel modo di camminare e di spiegarsi agli altri.
L'eleganza non ha nulla a che vedere con la forma, con il protocollo, con la moda.
E' qualcosa di armonico che ci colloca tra gli altri  con naturalezza e in proporzione perfetta ovunque ci troviamo e con chiunque dobbiamo connetterci.
Quindi, come discutevo con una cara amica, direi che molto si può imparare osservando, molto si può osservare, ma l'eleganza nasce con noi.
Per il resto ci sono i negozi.







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